Alighiero Boetti (1940-1994), e’ riconosciuto a livello mondiale come un grande maestro, figura chiave dell’Arte Povera e protagonista indiscusso nelle aste internazionali. Vi confesso che se vivessi ancora in Italia, probabilmente non mi sarebbe venuto in mente di andare ad una sua mostra d’arte, invece da italiana all’estero mi sento piu’ ispirata, a vedere tutto cio’ che proviene dall’Italia, quasi in dovere, quando “l’invito” giunge da fonti prestigiose. Dopo l’appuntamento di Madrid presso il Museo Reina Sofía, la retrospettiva itinerante dedicata al famoso artista giunge alla Tate Modern di Londra, e proseguirà il suo viaggio negli Stati Uniti con tappa al famoso Museum of Modern Art di New York (MoMA). Questa mostra e’ una conferma di come questo artista italiano abbia trovato spesso ispirazione e sostegno all’estero. Fu un grande viaggiatore, visitò diversi luoghi, tra cui l’Etiopia, il Guatemala e l’Afganistan, curioso scopritore degli infiniti e meravigliosi aspetti che ogni nazione e popolo possiede, rimase affascinato dalla cultura e dalla filosofia soprattutto di quest’ultimo posto, e nella capitale Kabul si soffermò per un breve periodo, tornandoci spesso. Si appassionò al ricamo eseguito da giovani donne afgane, ed e’ proprio in questa circostanza che furono realizzate le sue opere più note, gli enormi arazzi, (l’artista ha le idee ma affida ad altri la loro realizzazione pratica, che siano le ricamatrici afghane o i suoi studenti) fantastiche mappe colorate, che raccontano una coloratissima storia del mondo, come La mappa del mondo (1971), Ordine e disordine (1973) e I mille fiumi più lunghi del mondo (1975).
Il prestigioso spazio per l’arte contemporanea londinese ospita questa monografica dal titolo ‘Game Plan’, curata da Mark Godfrey, allestita fino al 27 maggio. La mostra non è cronologica ma tematica, perché Boetti è tornato a esplorare gli stessi temi in anni diversi. Una personale allestita su tre piani della galleria che dispiega un’artista ai confini dell’arte e artigianato che spazia dalla stampa alle performance e scultura, al ricamo, al disegno, alla costruzione e matematica, ma sempre con una commistione tra arte e vita quotidiana.