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Mi chiedo se qualcuno di voi è sui 40 anni e se c’é ageismo in UK per i lavori di ufficio/customer service.

In Italia a 40 anni sei carne da macello o peggio e lavorare come autonomi come traduttori ti spennano di tasse.

Ho letto in giro che l’ageismo c’é anche lì e che preferiscono le forze giovani.

Mi chiedo se è una verità assoluta o se vale la pena tentare.

Al momento sono traduttrice inglese italiano ed ho un passato di sales administrator.

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Posted by unknown (Domande: 3577, Risposte: 0)
Asked on May 11, 2014 4:48 pm
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Londra è una fucina di gentrificazione, un' enorme bolla speculativa. A Elephant e Castle stanno per abbattere vecchie council houses per fare un grande centro commerciale, per esempio, e si sta già pianificando di creare "città giardino" fuori Londra per mandarci a vivere chi non si può permettere gli affitti qui. La prima di queste città giardino sarà ad Ebfleet, che è vicino alla foce del Tamigi. A parer mio l'immigrazione non è la causa degli aumenti, bensì lo strumento con cui questi aumenti sono stati ottenuti.
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Posted by Bisanzio72 (Domande: 0, Risposte: 0)
Answered on May 20, 2014 5:50 am
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    Leggevo che Hanno previsto un aumento degli affitti del 48% entro il 2020, io ho visto un incremento pazzesco dei prezzi londinesi negli ulimi 3 anni. Con uno stipendio medio basso si vive per pagare l'affitto di una camera. Sono addirittura più cari di quelli svizzeri... Si fabjodo, non hai capito l'ironia. Forest Hill è molto carina ci ho vissuto, ma non ai prezzi attuali. L'est era famoso per essere più abbordabile. Non mi pare che ora come ora ci siano zone abbordabile. Sarà conseguenza del flusso migratorio. Sto guardando gli affitti. Le zone con prezzi umani sono moolto distanti da Londra. Dipende dal lavoro. è certo che la fascia sud est, in paricolar modo il surrey è dove sono le aziende che pagano meglio.
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    Posted by nara (Domande: 0, Risposte: 0)
    Answered on May 19, 2014 11:33 pm
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      si infatti vai verso ovest. londra ne ha gia' a sufficienza di italiani con la puzza al naso
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      Posted by fabjodo (Domande: 0, Risposte: 0)
      Answered on May 19, 2014 8:56 pm
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        Il problema è che il grosso dell'offerta si concentra a Londra: un MP ha dichiarato che Londra sta drenando la vita della Nazione. Boris gli ha riso in faccia, ovviamente, ma secondo me è vero. Fuori Londra rimane poco.
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        Posted by Bisanzio72 (Domande: 0, Risposte: 0)
        Answered on May 19, 2014 8:38 pm
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          L'unico ostacolo che sto vedendo per ora sono i proibitivi prezzi delle stanze che sono lievitati di brutto negli ultimi anni. Persino nelle pidocchiose zone dell'est, tipo Forest Hill ora costanto uno sproposito e qualcosa sulle 400 di decente te lo scordi. Sto meditando su luoghi meno costosi, tipo Bristol, Colchester e Norwich.
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          Posted by nara (Domande: 0, Risposte: 0)
          Answered on May 19, 2014 8:23 pm
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            Avere la residenza in Italia non implica pagare le tasse in Italia per i soldi guadagnati in UK. Ma per lavorare come freelancer devi essere registrata come selfemployed, l'equivalente della partita iva italiana. Il NIN, se non è cambiato qualcosa, non richiede proof of address. In banca, invece, stanno diventando più fiscali, ma è tutto a discrezione del manager. A volte, dopo che in due agenzie ti hanno detto di no, basta provare in un'altra e il conto te lo aprono senza chiederti niente. Eventualmente, la proof of address può essere "fabbricata". Dato che è comune a Londra affittare una stanza in una casa le cui utenze sono tutte intestate ad altre persone, si può provare a presentare qualcosa di diverso. In genere ciò che vogliono è vedere nome ed indirizzo stampato su un qualche foglio ufficiale, quindi una lettera da parte del Council va bene. Per averla basta fare richiesta al Council di qualcosa, anche un benefit a cui non si ha diritto, il permesso di parcheggiare, o altro. Risponderanno di no, ma lo faranno per iscritto. Ed ecco la tua proof of address. Oppure converti la patente ed ecco nome ed indirizzo su un documento ufficiale. O ti registri nelle liste elettorali (per votare il sindaco del Borough non serve essere residenti, basta il domicilio). Se ti iscrivi come self employed riceverai documenti ufficiali all'indirizzo che tu fornisci. Insomma, non sono ostacoli insormontabili, sono solo rotture di scatole. Abbastanza assurde, se ci pensi bene: non ti aprono il conto corrente senza una prova di dove sei domiciliata, ma su patente ed iscrizione per pagare le tasse mettono l'indirizzo che gli dici tu sulla fiducia.
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            Posted by Bisanzio72 (Domande: 0, Risposte: 0)
            Answered on May 16, 2014 6:30 pm
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              Non ho intenzione di aprire una ditta, solo lavorare da freelancer come traduttrice per pagarmi l'affitto fino a che non trovo una soluzione migliore. Sto cercando di capire se avendo la residenza fiscale in Italia, per i redditi prodotti ONLINE come traduttice per contatti esteri, domiciliata in Inghilterra ma con residenza fiscale italiana (conto corrente italiano, iscrizione anagrafe italiana) dovrei sottostare alle regole italiane di partita iva dopo i 5000 Euro. Me ne andrei all'estero *per fare un tentativo*, ma avrei bisogno di mantenermi online senza incorrere in sanzioni da parte del fisco italiano. Ho visitato già hmrc.gov e so che ci vuole in NIN, fino a 8.000 sterline non devi pagare tasse di alcun tipo, solo il social security. devo capire se per avere NIN e conto corrente puoi essere domiciliata soltanto senza contratto d'affitto effettivo. Ho letto che per un conto corrente ti chiedono le utenze, mi chiedevo se te lon negano se paghi la stanza a qualcuno senza un contratto vero e proprio. Grazie
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              Posted by nara (Domande: 0, Risposte: 0)
              Answered on May 16, 2014 9:13 am
                Private answer
                Se lavori in proprio, forse sarebbe meglio che parli con un accountant in UK. Dipende dal tipo di company e ditta individuale che vuoi aprire come self-emloyed. Io partirei da qui: https://www.hmrc.gov.uk/incometax/relief-self-emp.htm Poi sicuramente troverai altri aiuti su sul forum e sul web. A volte l'importante è trovare parole chiave. In linea generale, se sai fare un lavoro, il lavoro lo trovi, indipendentemente dall'età, anzi se lavori in proprio, l'età diventa una garanzia e non uno svantaggio. Auguri
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                Posted by cash4sellers (Domande: 0, Risposte: 0)
                Answered on May 16, 2014 6:44 am
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                  Guarda, l'unica cosa è che in UK riesco ad avere colloqui, in Italia no.... omanda Messaggioda nara_ » 15/05/2014, 22:38 Buonasera, una domanda ai ragazzi che abitano all'estero, avendo ancora la residenza in Italia. Io, come già detto, in Italia non trovo lavoro a 40 anni e faccio qualche lavoro da freelancer come localizzatrice. Sto facendo colloqui dall'Italia, ma stavo pensando di togliere le tende addirittura prima di ottenere lavoro e di mantenermi con il freelancing. In Italia ci sono tutti i limiti di questo mondo per i freelancer e mi domandavo se avendo domicilio in UK ma non la residenza, devo pagare le tasse italiane e subire le assurde leggi italiane. Il mio lavoro da freelancer potrebbe contribuire a pagarmi l'affitto mentre cerco altro. Otterrei il NIN, mi registrerei al sito di coloro che operano come liberi professionisti e dichiarerei i miseri guadagni, MA SUPERIORI AI 5000 EURO L'ANNO, allo stato inglese. In Italia dopo i 5000 Euro devi farti la PI altrimenti sei evasore fiscale. In UK non richiedono partita iva e non sei tassato oltre le 8000 sterline e passa annue. L'importo del NiN non equivale certo all'inps iTALIANO Leggendo questo: https://www.nomadidigitali.it/amministra ... ll-estero/ mi viene un dubbio. Io posso lavorare in UK evitando la doppia tassazione? Non è che l'INPS e il fisco italiano vengano a battere cassa perché ho la residenza in Italia per i miei introiti da freelancer? (In Italia sono nullatenente, la casa è intestata a mio padre). Altra domanda, per ottenere il NIN e un conto bancario, devi avere un contratto d'affitto oppure basta che dici di risiedere presso un'altra persona?. Io conosco una signora che mi affitterebbe una stanza con un long stay, pagando giornalmente; la conosco e mi trovo bene. Basta così per ottenere NIN e aprire conto in banca oppure vogliono un vero e proprio contratto d'affitto con utenze?
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                  Posted by nara (Domande: 0, Risposte: 0)
                  Answered on May 15, 2014 10:48 pm
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                    Io l'ho già scritto e riscritto, ma non mi stancherò di insistere: stanno succedendo le stesse cose successe in Italia. Il governo di Cameron ha varato un'austerity che non ha niente da invidiare a quella italiana, e con lo stesso scopo: comprimere la domanda interna. Quasi uno 1,5 milioni di posti di lavoro sono gli infausti "zero hours contracts": in pratica il datore di lavoro non ti garantisce un minimo di ore mensili ma tu devi stare a disposizione; col governo che sta pianificando di spingere in questi contratti quanti più lavoratori possibile con leggi ad hoc. Catene tipo Peacock e Poundland assumono meno perché stanno ricevendo lavoratori a stipendio zero grazie al "workfare", la legge che obbliga chi riceve benefits a lavorare gratis dove il governo dice (non sia mai mandarli a fare lavori socialmente utili!). Le cleaners negli alberghi sono pagate a cottimo. I lavori manuali, dall'edilizia all'artigianato all'agricoltura, sono quasi tutti temporary o per self-employed, che poi significa lo stesso: nessuna possibilità di associarsi né di contrattare la paga. Ed ovviamente ciò porta giù le paghe dei sempre meno lavori contrattualizzati. Le paghe si stanno abbassando in tanti settori, non solo per la immigrazione massiccia, ma anche per una sistematica e pianificata azione delle istituzioni. E poi c'è stupore se anche i colossi come, non dico Waitrose, ma Tesco stanno vendendo di meno: è ovvio, la gente ha meno soldi. In UK il classismo non è mai scomparso, non ha mai neanche fatto finta, sebbene qualcuno si è voluto illudere. Le cinque famiglie più ricche della nazione possiedono ricchezze pari a quelle sommate del 20% più povero della popolazione. E qui si lavora alacremente perché tale divario aumenti: basta pensare all'innalzamento delle tasse universitarie, che costringono molti a rinunciare o fare debiti immani che, se andrà loro bene, finiranno di ripagare ultracinquantenni. Sempre che la loro laurea permetta loro di trovare un lavoro decente. Io incontro parecchi laureati che lavorano per contractors dei councils: giardinieri, cleaners, ground maintenance. Ovviamente assunti tramite agenzie, così possono dirgli la sera che non hanno bisogno di presentarsi al mattino dopo. Non devono dargli neanche la settimana di notice che spetta a noi fortunati.
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                    Posted by Bisanzio72 (Domande: 0, Risposte: 0)
                    Answered on May 13, 2014 6:56 pm
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                      La cosa che mi colpisce da tempo è che per certi settori non è esattamente una favola. Meglio di qui, ma tanto temping a basso prezzo...almeno nel sales admin. Tanti rimpiazzi credo. I permanent si contano sulle dita di una mano.
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                      Posted by nara (Domande: 0, Risposte: 0)
                      Answered on May 13, 2014 6:05 pm
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                        Dimostro 30 anni, ma la carta d'indentità non mente. Ho visto che in molti siti ti chiedono la data anagrafica. Non mi interessano lavori di commessa, non sono nemmeno portata. Valuto tranquillamente anche in città che non siano Londra. Cercherei nel sales admin ma appunto la mia paura è che ci sia discriminazione subdola. Non avrei molto da perdere perché qui in Italia la mia carriera è conclusa per raggiunti limiti di età, ma non vorrei passare dalla padella alla brace.
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                        Posted by nara (Domande: 0, Risposte: 0)
                        Answered on May 11, 2014 8:03 pm
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                          come dice bisanzio sopra l'eta' per legge non si puo' chiedere e tu non devi assolutamente inserirla sul cv perche' rischi venga cestinato anche solo per questo motivo. Detto cio' all'atto pratico e a seconda del settore e tipo di mansione puo' capitare di essere discriminati. Per fare il primo esempio che viene in mente..se ti presenti per fare la commessa da Boots o altro negozio dove spesso l'eta' media delle commesse e' sotto i 19 anni e vedono che sei molto piu' grande non ti considerano secondo me. Se cerchi nel customer service e hai delle skills o una combinazione di lingue che gli serve l'eta' conta poco. Se ti candidi per un lavoro dove ti trovi in competizione con uno/a che mostra la meta' dei tuoi anni (e certe cose chi legge i cv le evince facilmente senza vederti), a parita' di skills e' probabile sceglieranno quello piu' giovane perche' si accontenta di meno soldi, non ha rischio maternita'/impegni di famiglia etc, e' in teoria piu' malleabile e motivato.
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                          Posted by fabjodo (Domande: 0, Risposte: 0)
                          Answered on May 11, 2014 7:26 pm
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                            A parer mio, ce n'è veramente poco ma forse è in crescita. Per legge è vietato chiedere l'età (quindi in passato c'era) ma in fase di interview telefonica sono sempre di più quelli che a me hanno chiesto quanti anni avessi. C'è da dire che io faccio un lavoro manuale, quindi l'età ad un certo punto comincia a contare. Forse anche altri settori stanno facendo una scrematura sulla base dell'età. Di sicuro un giovane privo di grandi esperienze è più "malleabile" e se non ha famiglia si adatta più facilmente ad orari balzani. Per contro le aziende non hanno nessuna voglia di spendere tempo e soldi in training, tanto è vero che i curricula privi di esperienza non vengono considerati quasi mai. Non credo, quindi, che l'età sia un fattore limitante di per sé, per il momento.
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                            Posted by Bisanzio72 (Domande: 0, Risposte: 0)
                            Answered on May 11, 2014 5:04 pm
                              « Back to Previous Page