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tempo di calcio, quasi tutto il resto viene ignorato. che fine ha fatto assange, il fondatore di wikileaks? la grecia esce o nn esce dall’euro? l’islanda lo prese o no il prestito? tutti quesiti che interessano pochi, ora come ora. magari da domani fino all’inizio delle gare olimpiche, qualcuno si reinteressera’ di economia e politica. magari.

luttwak e stiglitz, chi erano costoro? (semicitazione)
don abbondio si chiedeva chi fosse carneade, qualcuno si chiede chi sono i due personaggi sopracitati? il primo, di origine israeliana, e’ stato consulente per il pentagono, ed e’ stato educato in italia, UK e USA (se avete presente i tipi di scuole, potete immaginare cosa una base culturale all’italiana possa avergli permesso di apprendere nelle superspecialistiche scuole d’oltremanica e oltreoceano). economista col pallino della storia (ha scritto, fra l’a’tro, “la grande strategia dell’impero romano”), ben addentro alla storia militare e alla strategia. il secondo e’ premio nobel x l’economia.
entrambi, in occasioni diverse, hanno criticato l’attuale sistema economico. come a dire che nn stiamo attraversando proprio una crisi finanziaria, quanto piu’ una crisi di sistema.
Riporto un estratto dal blog “voci dall’ estero”:

L’urgenza vera è di ripensare l’architettura finanziaria globale, assicura Stiglitz. Con due parole chiave: regolamentazione e trasparenza. Regolamentazione, perché l’unico lungo periodo di stabilità finanziaria che il mondo ha conosciuto è quello seguito alla crisi del 1929, caratterizzato dalla presenza di forti salvaguardie. Dalla deregulation degli anni ’80, “la frequenza delle crisi finanziarie continua ad accelerare.” E il costo collettivo di queste crisi, dice Stiglitz, è “molto superiore a quello che sarebbe costata la attuazione di norme adeguate”.

https://vocidallestero.blogspot.it/2012/02/stiglitz-i-primi-lasciare-leuro-ne.html

la grande depressione americana (quel periodo in cui a new york la gente camminava guardando in alto tante erano le persone che si suicidavano buttandosi dalla finestra-e nn e’ una battuta) fu prodotta, spiega luttwak nella sua opera “turbo-capitalism: winners and losers in the global economy”, da regole di austerita’ che furono pari pari quelle che attualmente la banca centrale europea sta imponendo ai paesi della zona euro. regole dimostratamente errate, eppure stolidamente perseguite. gli USA usciro dalla crisi grazie a fortissimi investimenti pubblici: costruzione di opere di pubblica utilita’, ovviamente, nn certo finanziamenti alle aziende che “assumono” elargiti sulla fiducia di colloqui su colloqui affidati ad agenzie di reclutamento che poi nn portano a nessuna assunzione!
stiglitz, al forum finanziario asiatico di honk hong ha detto le stesse cose. ed ha aggiunto una nota di nero pessimismo riguardo la moneta unica che luttwak nn poteva mettere nel suo libro, avendolo scritto molto prima dell’ introduzione dell’euro.
stessa cosa dicono i due riguardo le deregolamentazioni avviate negli anni ’80 con la benedizione di reagan, primo della serie di presidenti americani dediti allo smembramento del loro paese. deregulation poi esportata, o propagata come una malattia, al resto del mondo. risultati: aumento della forbice economica fra le classi sociali; aumento della disoccupazione; aumento delle crisi finanziarie; diminuzione del welfare. ultimi baluardi alla deregulation: giappone (ma sta x cedere) con disoccupazione fra il 4,6 per cento e il 4,9per cento; australia, disoccupazione 5,2 per cento. in nuova zelanda, invece, la disoccupazione e’ al 7 per cento xche’ i giovani emigrano. fu uno dei primi paesi a lasciarsi andare alla deregulation piu’ sfrenata, svendendo e privatizzando tutte le aziende statali. potete leggere qualcosa in piu’ sul link seguente:

https://digilander.libero.it/felixpetrelli/nz.htm

in poche parole: il libero mercato (mai stato veramente libero) ha fallito. ci sta riportando ad un nuovo medio-evo, coi servi della gleba, classi sociali abboffate di diritti mai guadagnati, nessuna salvaguardia o protezione x le classi sociali piu’ deboli. il socialismo nn e’ certo una soluzione, e’ stato ampiamente dimostrato. lasciamo pure spazio alle capacita’ superiori di emergere e di ottenere guadagni sopra la media, ma offriamo allo stesso tempo la possibilita’ di lavorare a chi l’eccellenza nn sa neanche cosa sia; impediamo che le parassitarie aziende finanziare che si nutrono del sangue di quelle aziende che realmente producono beni e servizi possano arricchirsi licenziando operati ed impiegati; impediamo che la concorrenza fra aziende sia sul prezzo, perche’ portera’ solo bassa qualita’ e in realta’ maggiori spese, e calmierando i prezzi facciamo si’ che si debba obbligatoriamente concorrere sulla qualita’.

qualcuno dira’, e posso immaginare chi, che nn si puo’. certo, se con questo sistema economico ti sei fatto grasso, sei sinceramente convinto che nn si possa tornare indietro. si diceva anche, tanto tempo fa, che monarchie e nobilta’ nn potevano essere eliminate. eppure e’ successo. e poi chi parla di tornare indietro? io voglio andare avanti. verso qualcosa di meglio. e’ l’attuale sistema economico che ci sta riportando indietro, ad un medio-evo post-moderno.

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Posted by unknown (Domande: 3577, Risposte: 0)
Asked on July 1, 2012 5:28 pm
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nasceranno spontanee se ci sara' l'esigenza, ma l'esigenza di chi? e poi come puo' una piccola ditta artigiana (x fare un esempio sul vissuto personale) nn cercare i prezzi piu' bassi quando ci sono spese (tasse, carburanti, veicoli, concimi, etc etc.) che aumentano progressivamente e senza motivo? ci sono due tipi di produttori: quelli che impongono il prezzo xche' nn puoi fare a meno di comprare il loro prodotto (es. petrolieri) e quelli a cui il prezzo viene imposto, xche' se nn vendono buttano via tutto (es. agricoltori). io avevo fidelizzato un buon numero dei miei clienti: costavo piu' di altri giardinieri, ma il servizio valeva la spesa x loro, cosi' nn mi cambiavano anche se avevano offerte piu' economiche. questo finche' hanno avuto i soldi x pagare, poi sono stati costretti a cercare qualcuno piu' economico: l'erba va tagliata, la siepe potata, nn si puo' lasciare tutto all'abbandono e se nn puoi farlo da solo e hai pochi soldi nn hai scelta. la globalizzazione ha creato un mercato a macchie di leopardo, o meglio a bolle, che esplodono improvvisamente lasciando tutti col culo x terra dopo aver fatto annusare loro il benessere. nn ha ridistribuito le ricchezze che prima erano di alcuni paesi in altri, ha semplicemente impoverito quei paesi che stavano bene: creando pochi nuovi ricchi in cina o india ha creato tantissimi nuovi poveri nell'occidente. delocalizzando hanno tolto posti di lavoro e denaro alla popolazione di una certa area, che pero' dovrebbe continuare a comprare i prodotti allo stesso prezzo o quasi. come e' possibile? ovvio che se nn hai soldi a sufficienza x un prodotto made in italy (che poi siamo sicuri? la legge sul made in italy la conosciamo tutti) compri qualcosa prodotto in cina. nn hai neanche una via di mezzo. e al contempo abbiamo stati tipo la croazia, che usa i finanziamenti europei (pagati con le tasse dei paesi "ricchi") x defiscalizzare le aziende che da quei paesi delocalizzino in croazia. ma ci rendiamo conto in quale circolo vizioso ci ha portato l'avidita' di pochi? aggiungo che nn e' la domanda a fare il mercato, bensi' l'offerta, tramite accordi sottobanco vietati x legge. il consumatore puo' solo bere o affogare, nn ha molte altre opzioni. e mettendo una nota al discorso che hai fatto sulle banche, tradizionali ed online: nn mi stupirei se scoprissi che gli azionisti di maggioranza sono gli stessi x le une e x le altre. e' quindi ovvio che se nn e' lo stato a provvedere (personalmente ritengo dovrebbe farlo ristatalizzando "veramente" alcune aziende, calmierando i prezzi e regolamentando il mercato) nn e' possibile che alcun altro provveda. a questo punto e' d'obbligo chiedersi chi sia lo stato. lo stato siamo noi, quindi sta a noi provvedere. e di sicuro nn delegando (almeno parlando dell'italia) a dei partiti politici formati da plurivenduti che hanno gia' venduto la nostra pelle (es. vedi i test che hanno fatto sulla cura di bella, affidati a dipendenti delle case farmaceutiche e diluendo il preparato con acetone, che nn era nella lista dei prodotti usati x la cura e che e' pure cancerogeno). ho una sola soddisfazione: la certezza che questo sistema collassera', in quanto sta divorando se stesso dall'interno a causa della sua stessa avidita'. purtroppo le larve che nutre gli sopravviveranno, almeno in buon numero.
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Posted by Bisanzio72 (Domande: 0, Risposte: 0)
Answered on July 2, 2012 8:31 pm
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    Concordo su quasi tutto quello che hai scritto, c'e' un particolare che pero' ha creato l'attuale situazione che non e' stato citato: hai parlato di disparita' di classi sociali, ed hai pienamente ragione. Il fatto e' che non e' diverso da molti anni fa, la differenza era che prima la disparita' era tra stati/continenti ricchi e poveri, mentre oggi, data la crescita di tutto il mondo (ad esclusione di alcune zone limitate), non esiste piu' questa disparita' tra paesi, e le differenze tra ricchi e poveri si spostano all'interno degli stati stessi sulle classi sociali: oddio, non che non ci siano sempre state differenze di classe anche nelle singole localita', ma mentre prima il "povero" italiano era ricco rispetto al povero di un altro paese, ora si trova povero pur confrontandolo con qualsiasi altro paese intorno (con ovvie eccezioni). Quindi mentre prima, senza globalizzazione ed economia capitalista estesa, tutto aveva origine e fine all'interno dello stesso stato, con benefici o penalizzazioni a seconda dello stato di appartenenza ed il gioco della bilancia economica si orientava sul confronto e lo sfruttamento degli stati deboli, oggi, esportando lavoro, delocalizzando produzione e servizi vari (vedi call center ubicati in India che rispondono a quesiti italiani), le ricchezze dei paesi si sono livellati, e non esiste piu' il gioco del ricco ed il povero da poter imporre all'estero (o per lo meno in forma molto piu' blanda). Dato che un'economia capitalista si fonda molto sulla capacita' di contrapposizione ed utilizzo delle classi sociali o degli stati piu' "deboli", ecco il danno. Non parliamo poi delle societa' di investimento che comprano e distruggono societa' per trarne profitto, sfondi una porta aperta... e sulla concorrenza sul prezzo, che ovviamente porta solo all'abbassamento del livello qualitativo o alla chiusura di aziende che, con prodotti di qualita', non riescono a trovare un mercato (soprattutto in tempo di crisi, dove tutti sono al risparmio). Ma non dimentichiamoci anche che siamo noi a cercare il prezzo piu' basso, a costringere le aziende a produrre a costi sempre piu' bassi, a non voler pagare servizi o prodotti... causando spesso un livellamento verso il basso di tutto, compresa la nostra professionalita'. Facendo un esempio scomodo, ma facilmente verificabile, tutti noi siamo corsi all'apertura di conti correnti on line, bancomat gratuiti, etc etc. Cosi' facendo abbiamo agevolato quelle banche che hanno pochissimi dipendenti, pochissimi costi fissi, assumono solo per IT e call center, costringendo le banche tradizionali a diminuire i costi, licenziare personale, offrire prodotti a "costo zero" che non permettono poi di avere qualita' nel servizio, etc etc... Spendere un po' di piu' per star bene tutti, dare lavoro a tutti per garantire un livello sociale adeguato: eppure noi siamo i primi che se possiamo risparmiare e mettere via i nostri soldi, lo facciamo, e ce ne freghiamo se questo comporta licenziamenti, livellamento verso il basso del servizio, prodotti sempre piu' scadenti...: allora come funziona? tutto quello che deve essere fatto dallo stato e' dovuto e se poi tocca a noi non vogliamo spendere un soldo in piu'? (domanda di una complessita' incredibile....) Vivere di quello che abbiamo, gestire economie non globalizzate potrebbe essere una soluzione economica rilevante, come ottenerla pero' (rivoluzioni, passi indietro sull'euro, etc etc) nasceranno spontanee se ce ne sara' veramente l'esigenza, com'e' sempre stato e sempre sara'...
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    Posted by Apache71 (Domande: 0, Risposte: 0)
    Answered on July 2, 2012 10:37 am
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      nasceranno spontanee se ci sara' l'esigenza, ma l'esigenza di chi? e poi come puo' una piccola ditta artigiana (x fare un esempio sul vissuto personale) nn cercare i prezzi piu' bassi quando ci sono spese (tasse, carburanti, veicoli, concimi, etc etc.) che aumentano progressivamente e senza motivo? ci sono due tipi di produttori: quelli che impongono il prezzo xche' nn puoi fare a meno di comprare il loro prodotto (es. petrolieri) e quelli a cui il prezzo viene imposto, xche' se nn vendono buttano via tutto (es. agricoltori). io avevo fidelizzato un buon numero dei miei clienti: costavo piu' di altri giardinieri, ma il servizio valeva la spesa x loro, cosi' nn mi cambiavano anche se avevano offerte piu' economiche. questo finche' hanno avuto i soldi x pagare, poi sono stati costretti a cercare qualcuno piu' economico: l'erba va tagliata, la siepe potata, nn si puo' lasciare tutto all'abbandono e se nn puoi farlo da solo e hai pochi soldi nn hai scelta. la globalizzazione ha creato un mercato a macchie di leopardo, o meglio a bolle, che esplodono improvvisamente lasciando tutti col culo x terra dopo aver fatto annusare loro il benessere. nn ha ridistribuito le ricchezze che prima erano di alcuni paesi in altri, ha semplicemente impoverito quei paesi che stavano bene: creando pochi nuovi ricchi in cina o india ha creato tantissimi nuovi poveri nell'occidente. delocalizzando hanno tolto posti di lavoro e denaro alla popolazione di una certa area, che pero' dovrebbe continuare a comprare i prodotti allo stesso prezzo o quasi. come e' possibile? ovvio che se nn hai soldi a sufficienza x un prodotto made in italy (che poi siamo sicuri? la legge sul made in italy la conosciamo tutti) compri qualcosa prodotto in cina. nn hai neanche una via di mezzo. e al contempo abbiamo stati tipo la croazia, che usa i finanziamenti europei (pagati con le tasse dei paesi "ricchi") x defiscalizzare le aziende che da quei paesi delocalizzino in croazia. ma ci rendiamo conto in quale circolo vizioso ci ha portato l'avidita' di pochi? aggiungo che nn e' la domanda a fare il mercato, bensi' l'offerta, tramite accordi sottobanco vietati x legge. il consumatore puo' solo bere o affogare, nn ha molte altre opzioni. e mettendo una nota al discorso che hai fatto sulle banche, tradizionali ed online: nn mi stupirei se scoprissi che gli azionisti di maggioranza sono gli stessi x le une e x le altre. e' quindi ovvio che se nn e' lo stato a provvedere (personalmente ritengo dovrebbe farlo ristatalizzando "veramente" alcune aziende, calmierando i prezzi e regolamentando il mercato) nn e' possibile che alcun altro provveda. a questo punto e' d'obbligo chiedersi chi sia lo stato. lo stato siamo noi, quindi sta a noi provvedere. e di sicuro nn delegando (almeno parlando dell'italia) a dei partiti politici formati da plurivenduti che hanno gia' venduto la nostra pelle (es. vedi i test che hanno fatto sulla cura di bella, affidati a dipendenti delle case farmaceutiche e diluendo il preparato con acetone, che nn era nella lista dei prodotti usati x la cura e che e' pure cancerogeno). ho una sola soddisfazione: la certezza che questo sistema collassera', in quanto sta divorando se stesso dall'interno a causa della sua stessa avidita'. purtroppo le larve che nutre gli sopravviveranno, almeno in buon numero.
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      Posted by Bisanzio72 (Domande: 0, Risposte: 0)
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              Answered on July 2, 2012 8:31 pm
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                Concordo su quasi tutto quello che hai scritto, c'e' un particolare che pero' ha creato l'attuale situazione che non e' stato citato: hai parlato di disparita' di classi sociali, ed hai pienamente ragione. Il fatto e' che non e' diverso da molti anni fa, la differenza era che prima la disparita' era tra stati/continenti ricchi e poveri, mentre oggi, data la crescita di tutto il mondo (ad esclusione di alcune zone limitate), non esiste piu' questa disparita' tra paesi, e le differenze tra ricchi e poveri si spostano all'interno degli stati stessi sulle classi sociali: oddio, non che non ci siano sempre state differenze di classe anche nelle singole localita', ma mentre prima il "povero" italiano era ricco rispetto al povero di un altro paese, ora si trova povero pur confrontandolo con qualsiasi altro paese intorno (con ovvie eccezioni). Quindi mentre prima, senza globalizzazione ed economia capitalista estesa, tutto aveva origine e fine all'interno dello stesso stato, con benefici o penalizzazioni a seconda dello stato di appartenenza ed il gioco della bilancia economica si orientava sul confronto e lo sfruttamento degli stati deboli, oggi, esportando lavoro, delocalizzando produzione e servizi vari (vedi call center ubicati in India che rispondono a quesiti italiani), le ricchezze dei paesi si sono livellati, e non esiste piu' il gioco del ricco ed il povero da poter imporre all'estero (o per lo meno in forma molto piu' blanda). Dato che un'economia capitalista si fonda molto sulla capacita' di contrapposizione ed utilizzo delle classi sociali o degli stati piu' "deboli", ecco il danno. Non parliamo poi delle societa' di investimento che comprano e distruggono societa' per trarne profitto, sfondi una porta aperta... e sulla concorrenza sul prezzo, che ovviamente porta solo all'abbassamento del livello qualitativo o alla chiusura di aziende che, con prodotti di qualita', non riescono a trovare un mercato (soprattutto in tempo di crisi, dove tutti sono al risparmio). Ma non dimentichiamoci anche che siamo noi a cercare il prezzo piu' basso, a costringere le aziende a produrre a costi sempre piu' bassi, a non voler pagare servizi o prodotti... causando spesso un livellamento verso il basso di tutto, compresa la nostra professionalita'. Facendo un esempio scomodo, ma facilmente verificabile, tutti noi siamo corsi all'apertura di conti correnti on line, bancomat gratuiti, etc etc. Cosi' facendo abbiamo agevolato quelle banche che hanno pochissimi dipendenti, pochissimi costi fissi, assumono solo per IT e call center, costringendo le banche tradizionali a diminuire i costi, licenziare personale, offrire prodotti a "costo zero" che non permettono poi di avere qualita' nel servizio, etc etc... Spendere un po' di piu' per star bene tutti, dare lavoro a tutti per garantire un livello sociale adeguato: eppure noi siamo i primi che se possiamo risparmiare e mettere via i nostri soldi, lo facciamo, e ce ne freghiamo se questo comporta licenziamenti, livellamento verso il basso del servizio, prodotti sempre piu' scadenti...: allora come funziona? tutto quello che deve essere fatto dallo stato e' dovuto e se poi tocca a noi non vogliamo spendere un soldo in piu'? (domanda di una complessita' incredibile....) Vivere di quello che abbiamo, gestire economie non globalizzate potrebbe essere una soluzione economica rilevante, come ottenerla pero' (rivoluzioni, passi indietro sull'euro, etc etc) nasceranno spontanee se ce ne sara' veramente l'esigenza, com'e' sempre stato e sempre sara'...
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                Posted by Apache71 (Domande: 0, Risposte: 0)
                Answered on July 2, 2012 10:37 am
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