♥ 0 | Un saluto a tutti e complimenti per il vostro sito che trovo fatto davvero bene. Lasciate che mi presenti, io sono Andrea ho 31 anni e da alcuni mesi sto provando a cercare lavoro nell’IT a Londra e aree circostanti. Ho lavorato tempo fa in Irlanda nell’IT ma poi per la crisi la compagnia (è un grosso nome degli smartphone, rivale di Apple e Samsung, avrete sicuramente capito chi è) ha tagliato personale e molti di noi nel Tech Support sono stati messi fuori, nonostante inizialmente assunti in permanent position. Sono stato un altro mesetto a Dublino nella speranza di trovare qualcosa ma la crisi ha colpito duramente l’Irlanda è seppur ci siano ancora molte posizioni nell’IT, il numero degli applicants è di gran lunga superiore al numero delle offerte disponibili. Ad ogni modo da agosto scorso sono ritornato in Italia a vivere con i miei, e sto cercando (finora invano) di ottenere delle interviste a distanza nell’IT. Siccome ormai in Europa il lavoro sta quasi tutto a Londra e aree vicine (berkshire, oxfordshire, surrey) bisogna fare i conti con il mercato inglese. Quello che ho riscontrato in questi mesi è la freddezza unita al disprezzo dei recruiters inglesi verso candidati che non vivono in Inghilterra, anzi non solo, verso qualunque job applicants che non vive nell’arco di 30-40 miles dalla prevista sede di lavoro. Io avevo ottenuto il mio lavoro nell’IT in Irlanda comodamente da casa in Italia mediante un long-distance recruitment. E ricordo che in quel periodo (era il 2011) mi chiamavano ogni giorno da Dublino, da Cork e altre realtà (anche piccole come Shannon) per farmi selezioni a distanza senza farmi mai storie sul fatto che fossi in Italia e non in Irlanda! In Inghilterra invece c’è proprio un disprezzo marcato verso chi sta ”fuori”, e pur essendo qualificato per moltissime posizioni, l’interview process per te non inizia per il solo motivo di vivere fuori dall’UK. Ho provato tanti trucchetti per ovviare al problema, ma finora è stato inutile: provare a inserire un indirizzo inglese nel CV, dire di avere amici in UK che mi possono ospitare il tempo di fare le selezioni, dire di essere disposto a prendere un biglietto in giornata per Londra e trovarmi immediatamente pronto per le selezioni….ma niente i recruiters inglese sono tutti unanimamente inflessibili sulla regola del vivere in UK per poter accedere alle job interviews. Nell’era di internet e di skype, mi chiedo perché devono ancora esistere queste discriminazioni basate sulla residenza, tanto più che I trattati della UE e un sacco di regolamenti successivi vietano espressamente le discriminazioni all’accesso al lavoro basate sulla residenza, anche solo per sostenere interviste (art. 39 del Trattato CE, art. 18 Trattato sul funzionamento della UE, e ancora art. 1 e art. 3 del regolamento CEE n. 1612/68, oltre a tutta una lunga serie di sentenze della Corte di Giustizia europea Clean Car Autoservice GesmbH v Landeshauptmann von Wien”, Case C-350/96, 7 May 1998; “H. Meints v Minister van Landbouw, Natuurbeheer en Visserij”, Case C-57/96, 27 November 1997; “Andrea Raccanelli v Max-Planck-Gesellschaft zur Förderung der Wissenschaften eV”, Case c-94/07, 17 July 2008; “E.C. Commission v. Luxembourg”, Case C-111/91, 10 March 1993; “Giovanni Maria Sotgiu v Deutsche Bundespost”, Case c-152/73, 12 February 1974, eccetera…eccetera…). Nell’era di skype e delle infinite possibilità di fare test a distanza, e tanto più che si tratta di lavori nell’IT dove non serve che il candidato sia fisicamente presente perché davanti ad un PC e ad un telefono dovrai startene per 8 ore al giorno! Inultile dire che la Corte Europea ha precisato più volte che simili comportamente vanno segnalati, il che tradotto vuol dire iniziare un processo a Strasburgo, con tanto di lungaggini, gradi di giudizio e spese….ma chi ce la fa fare??? ovvio che alla fine ce l’hanno vinta sempre loro perché nessuno si metterebbe mai a fargli causa. Passi all’offerta di lavoro successiva e chiudi un occhio. Dicevo che in Irlanda erano molto più disposti alle selezioni a distanza e non mi hanno mai fatto storie, anzi! Ormai però l’Irlanda sta in uno stato di coma che non si capisce. Il fatto è che poi le stesse offerte di lavoro nell’IT per cui cerco invano di concorrere in UK le trovi in multinazionali con sede in Romania, il Slovacchia, in Polonia e i loro recruiters mi chiamano di continuo per propormi posizioni con le stesse skills richieste in UK ma pagate 5K-6K annui! Ovviamente il tutto con selezioni a distanza via skype, senza mai farti storie! A questo punto dico io, dove sta il marcio? Non possiamo difenderci da questo modo di fare. Uno come me (e spero di non essere l’unico) che non ha un gruzzoletto di soldi da parte abbastanza elevato da permettersi di venire a vivere a Londra, prendere casa, pagare un mese di deposito, viverci qualche mese in attesa di trovare lavoro (se lo trovi anche) è praticamente condannato a non poter concorrere per nessuna posizione in UK pur essendo qualificato per farlo. Trovo che questa sia la peggiore delle discriminazioni. Scusate la lungaggine e la prolissità del mio intervento sul vostro forum, ma credo che sia un argomento di interesse anche per alcuni di voi. Mi piacerebbe sapere, se c’è qualcuno tra voi che lavora in UK nell’IT, come avete fatto per accedere alle ”blindatissime” selezioni inglesi senza nessuna possibilità di affrontare selezioni a distanza, mentre invece in altri Paesi le fanno tranquillamente (ovviamente alle condizioni remunerative che ho indicato sopra). Esisteranno anche in UK delle agenzie che reclutano a distanza, almeno nell’IT? Oppure tali realtà in UK sono solo un sogno della mia fantasia? Mi piacerebbe sapere qual è stata la vostra esperienza al riguardo e, se avete alla fine trovato lavoro dall’Italia nell’IT, come avete fatto a bypassare questo grosso ostacolo. Un saluto a tutti. Ringrazio tutti coloro che vorranno partecipare alla discussione. Marked as spam |
Recruiters inglesi mal disposti a reclutare a distanza
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