where is the soul

Durante una interessante ricerca sperimentale condotta dalla Stanford University, nel 1971, venne chiesto ad alcuni ragazzi di fare un gioco di ruolo: per due settimane, all’interno di un edificio, alcuni di loro si sarebbero dovuti comportare come guardie carcerarie, gli altri come progionieri. Andò a generarsi un crescendo di violenza che i ‘detentori del potere’ esercitavano sui sottomessi che, fisiologicamente, sviluppavano depressioni e apatia.
Da artista conosco bene, Messeri, la povertà e la disperazione che l’accompagna, quel gioco di ruolo che, curiosamente, porta gli uomini a dividersi in gruppi, sezionarsi nonostante tutti uomini, tutti uguali: a dividersi, sbocconcellarsi, ognuno entrando nella parte che avvertono porterà loro più beneficio. Transfert interessante. Un ruolo, una maschera appunto: o sei forte, pecora nel gregge di stesso belato, o sei fuori dal gregge quindi diverso, visto diverso. Non tutti, amici miei, hanno il coraggio e la forza per essere diversi, o semplicemente se stessi.
Pare più facile, una volta aperto il sipario, entrare in scena ricoprendo ruoli, parti, già predisposte, già scritte, cucite da un destino sornione, forse regista o forse no.
dal blog di giovanna mulas(scrittrice)
byeee
https://giovannamulas.blogspot.it/2012/05/ci-chiedano-scusa.html