Scriveva Apicio nel terzo libro del suo De Re Coquinaria:
“Pollus frittus est plus bonum si cocinatus in borgo scapestrato, multo cum olio et multa cum sporcitia.”
Dall’Antica Roma a London City, il segreto del perfetto pollo fritto è passato in un piccolo paese del Kentucky, dove il Bill Gates dei pollai, il Berlusconi delle friggitrici, scoprì come una coscetta impanata potesse rivoluzionare il mondo. Aprì così la catena KFC, ossia Kentucky Fried Chicken, l’impero miliardario che rappresenta per i polli quello che Annabella rappresenta per i visoni, o la Walkers per le patate. L’idea del pollo fritto fu talmente brillante che decine di piccoli imprenditori londinesi decisero di tentare la propria strada nel business della coscetta unta e impanata: Tennessee Fried Chicken, Sam’s Fried Chicken, Carolina Fried Chicken, Cottage Fried Chicken, Perfect Fried Chicken, solo alcuni nomi visibili nelle insegne di quartieri colonizzati da mediorientali. Con meno frequenza, per fortuna, si vede nelle insegne il tristissimo disegno di un pollo sorridente, con l’artiglio della zampa a fare OK, come a dire “Sì, scavezzatemi il collo, poi spiumatemi bene, toglietemi qualche budella e tagliatemi tutto. Non vedo l’ora di entrare impanato nell’olio bollente!”
La realtà del pollo-biz nasconde in realtà risvolti molto profondi: il pollo fritto londinese è una vera e propria filosofia di vita, come la Nutella italiana per intenderci. Ecco alcuni dogmi fondamentali di questo credo:
– Relativismo: non chiedersi mai se quell’escrescenza unta e impanata sia effettivamente pollo, quando viste le dimensioni potrebbe più ragionevolmente essere una coscetta di quaglia o di un piccione.
– Atarassia: non fare caso a quel capello che emerge dall’impanatura.
– Stoicismo: resistere alla tentazione di vomitare quanto entra qualcuno in autobus con brandelli di pollo fritto che escono dalla bocca e dalle mani.
– Utopia: lasciare incustodito una zaino per cinque minuti all’interno di un Fried Chicken Store e sperare di rivederlo al suo posto.
– Fatalismo: convincersi che dopo vent’anni di pollo fritto, l’infarto sopraggiunto sia opera dei disegni arcani del fato.
Il buon consumatore di pollo fritto scarnifica la sua coscia e raggiunge il noumeno kantiano, l’essenza pollica inconoscibile dall’intelletto. Pollo fritto è filosofia, non scordatelo mai.