Author: admin

San Francisco (USA)

Se non siete mai stati a San Franscisco, o San Fran, come la chiamano qui, andateci. E’ una delle città più divertenti da girare in cui sia mai stato. Le strade vanno talmente su e giù che è impossibile annoiarsi. La città è camminabile, vivibile, godibile. Insomma una bella città, da passarci qualche giorno piacevole. Il Golden Gate Bridge è un’opera d’arte ingegneristica e esempio di bellezza architettonica. Gli faccio 200 foto, da tutti gli angoli, e mi viene da pensare al ponte sullo stretto di Messina. Penso a quanto sarebbe inutile farlo, se mai davvero lo si riuscisse a realizzare. Sarebbe la cattedrale nel deserto del Sud. Qui il Golden Bridge unisce due tratti autostradali a 6 corsie per senso di marcia. In Italia la Salerno-Reggio Calabria è un campo da golf a due corsie. Inutile anche pensare che sia possibile costruire una simile struttura in sicurezza e in tempi ragionevoli, con fondi pubblici e in un’area interamente controllata da un lato dalla ‘nrangheta, dall’altro dalla mafia. Cemento fallato, appalti truccati, lavori infiniti. Abbiamo già visto tutto. Forse l’unica speranza sarebbe un appalto ad una ditta straniera, con controllo straniero. Un’utopia. Per non parlare del progetto dal punto di vista tecnico. Con una sola campata da 3 chilometri vincerebbe il primato mondiale di lunghezza per questo tipologia di ponte, se solo restasse in piedi per più di 3...

Read More

Pasadena (USA)

A Pasadena ci sia arriva prendendo la Gold Line, una versione della Subway a cielo aperto. Una boccata d’aria da una città che opprime. Il trenino scivola tra le colline un po’ brulle che precedono Pasadena. Quello che vedo dal finestrino mi piace. Case costruite con tutte le architetture del mondo. Case in legno, cemento, mattoni, coloniali, spagnole, mediterranee, cubiste (non quelle delle discoteche), vittoriane. L’America è il melting pot delle culture e queste case lo dimostrano. Il treno arriva ad una stazione che sembra fatta con i lego. Passeggio. La cittadina è piacevole, elegante con qualche angolo molto europeo. Mi dirigo per il California Institute of Technology, Caltech, la mia meta principale di oggi. Il Caltech è una delle università più prestigiose al mondo. Qui hanno collezionato una bella sfilza di Nobel, più di quanti ne abbiamo collezionati noi nella storia d’Italia. Quando ci arrivi però quasi non ti accorgi che ci sei dentro. Per una volta, gli americani sono stati timidi. A parte qualche cartello poco visibile, sembra un aerea residenziale dai confini poco definiti. No security, no main gate. Ed è proprio questo il bello di questo posto. Una distesa verde, con piccoli edifici dall’architettura interessante, laghetti e studenti sdraiati sull’erba. A Torino ho studiato in un parallelepipedo di cemento. C’era più erba nei vasi del balcone di casa mia che nel cortile del Politecnico. Al...

Read More

Hollywood (USA)

Non puoi stare al centro di Los Angeles perché Los Angeles non ne ha uno. E così sono finito a prenotare un albergo a Hollywood, che sembra essere un buon punto di partenza, o forse il meno peggio. Hollywood è la fabbrica delle illusioni, si sa. Non amo i film di Hollywood (in particolare quelli recenti), ma ne riconosco l’importanza che hanno avuto ed hanno ancora nella formazione della nostra cultura. Mi sarei aspettato che essere qui mi avrebbe fatto capire qualcosa di più di Hollywood (non che questa sia la mia missione per questo viaggio, sono qui di passaggio) e quindi della nostra cultura. Quello che ho capito è che l’illusione più grande che Hollywood ha saputo trasmettere è l’idea che si tratti di un posto magico. La magia, se mai c’è stata, sim sala bim, è sparita. Hollywood è un luna park, un Mirabilandia arrugginito, un giro traballante sul bruco-verde-trenino. Una specie di cittadina di riviera asfissiata da memorabilia cinematografico. La Walk of Fame non è che un marciapiede decorato con poco gusto, ovunque è il festival del pacchiano, del neon, della plastica. Il cuore del mondo cinematografico è uno shopping mall sponsorizzato dalla Kodak. Eppure di storia Hollywood ne ha, e tanta. Tantissimo è nato qui, quasi tutto quello che conosciamo dell’America. Qui non sono nati solo i film, è nata l’idea che il mondo si...

Read More

Scuola Italiana regalasi

Quello che sta succedendo in questi giorni in Italia è importante. Non so se avete seguito le agitazioni degli studenti, professori e rettori in tutta la Penisola. La ragione è che dopo aver smontato pezzo a pezzo la scuola italiana in decenni di scellerata gestione, concorsi burla e baroni incancreniti, ora è arrivata la mazzata finale. Stanno staccando la spina, hanno tolto la flebo. Ne resterà un corpo in stato vegetativo. Il Governo ha deciso di applicare nei prossimi 4 anni tagli alla scuola per miliardi di euro in maniera indiscriminata, senza guardare in faccia nessuno. I tagli vanno fatti davvero. Ma vanno fatti a quelle scuole che li sprecano e i soldi risparmiati vanno reindirizzati a quelle scuole “virtuose” che sanno farne buon uso. Una seria riforma deve ridistribuire, sgretolare i baroni, ripensare l’architettura della scuola su metodi meritocratici, tagliare gli sprechi e, soprattutto, investire in maniera crescente nel tempo. Il vero capitale su cui si deve fondare un paese deve essere quello umano. Non quello delle banche salvate da tutti noi negli ultimi mesi. Fino ad oggi, nonostante lo stupro continuo a cui è stata sottoposta dai vari governi (di sinistra e destra senza distinzione), la scuola pubblica ha garantito un livello decente di formazione e soprattutto ha costituito un luogo accettabilmente sicuro. In aperto contrasto con quella che è la situazione qui in UK, dove alle...

Read More

Logica BBC

Sono sicuro che, se avete acceso la televisione negli ultimi giorni, sarete consapevoli del pasticciaccio che due degli intrattenitori televisivi più quotati in UK, Jonathan Ross e Russell Brand, hanno combinato con la BBC. La storia è che ci sono andati un po’ pesanti lasciando qualche messaggio pseduo-erotico alla segreteria telefonica di un anziano attore inglese, alludendo a possibili rapporti sessuali tra Brand e la nipote “goth” dell’attore. Sì, forse hanno superato la linea e andavano “puniti” in giusta misura. Che lo scherzo sia stato di cattivo gusto, è condivisibile. La cosa però è stata completamente gonfiata come un gavettone e ha raggiunto penosi livelli, con sospensioni, dibattiti, pubbliche scuse, ecc… ecc… Ma aldilà della reazione più o meno equilibrata della BBC, il caso è abbastanza significativo se messo in confronto con quello che succede normalmente in Italia. Il messaggio della BBC è chiaro. La BBC è un servizio pubblico ed è finanziato dagli abbonamenti TV. Di conseguenza la BBC è a tutti gli effetti un dipendente della gente comune, come tutti gli organi che sono al servizio della comunità. Il pubblico ha dimostrato di non gradire la bravata di Ross e Brand e, per questo motivo, è stato necessario prendere qualche provvedimento a proposito. La BBC Radio 2 controller Lesley Douglas si è dimessa, sentendo il peso della responsabilità dell’errore commesso. Il rapporto è chiaro, la BBC è...

Read More

Rara Avis

Non capita spesso che il Consolato Italiano a Londra faccia parlare di se’ in modo positivo (il rinnovo del mio passaporto tre anni fa mi ha richiamato alla mente i peggiori incubi amministrativi in stile anni Settanta), ma quando accade e’ giusto farne cenno. Non ricondando se l’AIRE aveva il mio indirizzo giusto (mi sono trasferito circa all’epoca delle passate elezioni) e tenendo molto all’adempimento del mio dovere di cittadino elettore, ho chiamato il numero apposito rassegnandomi a lunghe attese al telefono …… Con mia sorpresa, mi hanno risposto immediatamente e una signorina molto gentile ha immediatamente controllato online i miei dati, confermato che hanno l’indirizzo giusto e fornito abbondanti indicazioni su quando attendere il plico con le chede elettorali e dove chiamare se non lo avessi ricevuto entro una certa data. Il plico e’ arrivato con abbondante anticipo sulla data massima prevista e tutto si e’ svolto in maniera molto soddisfacente. Ovviamente, dentro le schede elettorali non c’era la pizza 😉 , ma non e’ colpa loro e poi c’erano il crostino, le tagliatelle al ragu’ e soprattutto il tiramisu’ per il quale volevo votare io… Spero che anche i miei futuri contatto col Consolato (meno possibile, direi) si svolgano allo stesso modo, ma adesso sono piu’...

Read More

La mia prima volta

Scrivere il primo post del tuo blog personale dà una sensazione simile ad iniziare un quaderno nuovo alle medie, fare i primi passi nella neve appena caduta, scartare un CD vergine. Hai una tela nuda da dipingere e vuoi farci un bel disegno, hai un mucchio di buone intenzioni. E devi decidere che colori usare, quali pennelli e soprattutto, decidere quale soggetto disegnare. Quello che scriverò in questo blog sarà il frutto dei miei (quasi) sette anni a Londra. Scriverò a braccio. Scriverò di Londra. Scriverò dell’Italia. E scriverò di quel prodotto ibrido che sono gli italiani a Londra. Scriverò di contaminazioni, di fissazioni, di illusioni, di contestazioni, e di tante altre cose che finiscono per “oni” (usate la fantasia). Non scriverò di malinconia, perchè ci hanno già pensato tanti altri ed io non sono un tipo malinconico, anche se sto invecchiando. “Bloggerò”, più o meno regolarmente, sfidando la frenesia che la vita di Londra ti impone. Chi vuole potrà lasciare un commento, al miei post come a quelli degli altri blogger. Se avete voglia, leggetemi....

Read More

Trovare l’amore (a Londra)

Nel bel mezzo di Gennaio si avverte qualcosa di strano nell’aria. I colori iniziano a cambiare, le vetrine si tingono di rosso in tutte le piu’ diverse sfumature, Borders mette ben in vista romanzi d’amore, i fioristi esibiscono con orgoglio le rose piu’ belle. Via i Christmas Pudding e fuori i cioccolatini. E’ la primavera? No. San Valentino. Mano a mano che si avvicina la fantomatica data inizi a pensare che gli inglesi siano ossessionati da questo Santo che di British ha proprio poco. Ristoranti tutti prenotati, magazines dove abbondano articoli su qual e’ il regalo perfetto per lei/lui, colleghi che si presentano in ufficio il 14 indossando i maglioni piu’ improbabili (regalo di fidanzate/mogli che probabilmente non hanno letto i suddetti magazines), colleghe disperate che cercano di prenotare un appuntamento da estetista/parrucchiere. Anche i fidanzati piu’ assenti e egocentrici, quelli che dimenticano i compleanni e non azzeccano un regalo, passano ore a scegliere un bigliettino popolato di cuoricini. Da dove arriva tutto quest’ amore? Si era nascosto tra il cinismo e il business? Tra i palazzoni della City e i megastore di Oxford Street? In fin dei conti siamo tutti alla ricerca dell’Amore, quello vero ma anche quello che dura qualche mese. Il problema e’ che l’amore richiede tempo e risorse da investire, che in una citta’ cosi vasta non e’ semplice incontrare qualcuno, che anche i blind...

Read More

Indiana is back

Io e Mark siamo tra i pochi che hanno vissuto per intero gli anni 80. Lui era ragazzo, io ero bambino. Nel 1981, avevo un anno, uscì “Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta.”. Nel 1984 uscì “Indiana Jones e il tempio maledetto”. Nel 1989 uscì “Indiana Jones e l’ultima crociata” e fu l’unico che andai a vedere al cinema, con mio padre. Io e Mark indossiamo ogni mattina un cappello marrone e attacchiamo alle nostre cinture una frusta. In una giornata di 8 ore almeno 20 bambini ci chiedono se siamo veramente Indiana Jones. Almeno 10 clienti ci chiedono se vendiamo il cappello. Almeno 5 la frusta. Il cappello e la frusta, le ha ordinate Mark in previsione del 22 Maggio. Del film, del nuovo film. Lui, che gestisce gli eventi del negozio, gode anche della camicia color kaki e dei pantaloni marroni. L’ultimo Indiana Jones, tra vent’anni sarà una delle prime cose che io e Mark ci ricorderemo del 2008. 22 Maggio per l’esattezza. Per due mesi la città tappezzata di cartelloni. La colonna sonora in rotazione ogni ora nella radio del negozio. Fenomeni generazionali si chiamano. Chiedete cosa significa all’80% delle ragazze che da teenagers piansero la morte per congelamento di Jack Dawson. Padri trentenni che hanno comprato la trilogia, l’hanno fatta conoscere ai figli e ora li portano a vedere il quarto film. Clienti affranti...

Read More

I knit London

Anno nuovo, vita nuova. Luisa se lo ripete tutti gli anni. Le vacanze di Natale scorrono rapidamente tra cene, pranzi e feste, ma sempre tenendo bene a mente tutti i buoni propositi per l’anno nuovo: palestra, dieta, smettere di bere, imparare una lingua, andare di piu’ a teatro, trovarsi un nuovo hobby. UN NUOVO HOBBY. Londra offre possibilita’ infinite: qualsiasi cosa vogliate imparare, troverete un corso che fa al caso vostro. Anche e soprattutto gli ultimissimi trend. La danza del ventre e’ gia’ out, se vuoi davvero essere al passo devi essere iscritto ad un corso di pool dancing. E la novita’ assoluta del 2008, seguita da una trend-setter al pari di Sarah Jessica Parker e’ nientemeno che il lavoro a maglia. Ferri e gomitolo sotto braccio ci si ritrova al pub, in piazza o davanti allo schermo dove passano le immagini di un vecchio capolavoro cinematografico e si sferruzza senza sosta. La nonna l’ha sempre sostenuto: e’ la panacea per tutti i mali. Rilassa, distrae, rende piu’ allegri e realizzati. E a quanto pare e’ anche socializzante, a sentire Gordon e Craig, i fondatori di I knit London, un club per appassionati di lavoro a maglia. Il nucleo di quest gruppo e’ nato in un pub, il The Beehive in Vauxhall. Difficile immaginarsi due uomini intenti a sferruzzare di fronte ad una pinta di birra. Ma tant’e’ che...

Read More

I 7 motivi per cui resistiamo qui a Londra

Eccomi di nuovo qui . Londra, Starbucks, e come potevo mancare? Questa in fondo è un po’ casa mia: Londra, perchè ci vivo da 5 mesi lunedì e Starbucks, perchè per me è il primo e il secondo luogo, non il terzo… è casa e lavoro nello stesso tempo e nello stesso spazio. – Che tristezza! – penserà qualcuno. Meglio qui che da un altra parte. All’inizio, almeno. Questo è il porto in cui sbarchiamo tutti. Questa è una sorta di palestra, e come ogni buon allenamento è intenso, e a volte spietato. E ogni giorno più leggero, perchè noi siamo ogni giorno più forti Come potevo mancare stasera? Non potevo. Wilson parte. Lascia Londra. Torna in Brasile. Doveva essere una vacanza di tre settimane, un mese al massimo. E invece, a inizio marzo, ha dato le dimissioni. Mi mancherà moltissimo. – Sei sicuro? – Di cosa? – Di voler tornare in Brasile. – Sì. Ho voglia di abbracciare mia madre, le mie sorelle. E i miei amici. – Londra ti mancherà. – Certo. Lo so. – Tornerai fra tre settimane, un mese al massimo. – Non lo so. Non so nulla. Quando sono arrivato qui volevo restare una stagione, tre-quattro mesi… sono passati due anni; ventisette mesi per l’esattezza. E’ incredibile, ma, per quanto il tempo passi in fretta, noi continuiamo a tenere il conto dei mesi. Wilson...

Read More

Your job as barista: partnership mission

Eccomi a studiare… nella vita non si finisce mai di studiare… e a ripensarci dopo, con tempo, anche un’interrogazione di greco con traduzione sulle Baccanti di Euripide è un nulla. Se non altro non ci si alzava mai prima delle 6 per studiare… La missione del barista Il cliente ha sempre ragione. Fin qui nessun dubbio ormai. Per quanto sia “simpatico e cortese” il cliente viene prima dell’amor proprio e della dignità di qualunque cameriere. Starbucks è diverso. Non lo so, mai stata dalle altre parti. E’ diverso per il suo leggendario servizio: gentilezza, simpatia, velocità, pulizia, accuratezza e qualità. Starbucks è il terzo posto : casa, lavoro e poi Starbucks nella vita di ognuno di voi. E io?! Coffee Station Lo so… ce l’ho… fatto… ok… Questo librone è una palla… buono per l’inglese, dato che ripete le stesse cose venti volte in un modo sempre diverso. What is the COW? The COW è il caffè del giorno … Christmas Blend, Verona, Estima, Colombia,… What is the MOCHA? La cosa più divertente da preparare: un chilo di cioccolato sciolto in due litri d’acqua. La disposizione dei muffin. La so! ce l’ho… fatto… ok… Granola Bar contiene il glutine? Sì, no, forse? Il nostro servizio è leggendario: come fare a mantenerlo. Alla cassa. Io odio la cassa. La cassa è rischiosa. Contare… toccare i soldi… carte di credito, debito,...

Read More

Welcome to London BreakFast!

– Hello! How can I help you? Ama il prossimo tuo come te stesso. – Take care. Enjoy your drink! Stammi bene, gustando il beverone! Benvenuti a tutti! È un break fast, ma godiamocelo questo break! Old Brompton Road, SW5, London, Uk: eccomi nel mio nuovo Starbucks. Dopo 4 mesi allo Starbucks number one sulla King’s Road, entro in un nuovo team qui. Inizia così una nuova avventura e il suo racconto. Una lettera dopo l’altra, una parola, una frase… riga dopo riga l’idea è non perdere nulla: salvarsi, trarre in salvo passato e presente proiettandoli verso un futuro più roseo. Londra, la vita a Londra e la gente di Londra. Il tutto raccontato dall’interno di un bar. E non un bar qualunque: siamo da Starbucks. Dove? In un quartiere residenziale del centro, zona 1 per intenderci. E che ci stiamo a fare? E cosa ci facciamo? Io preparo caffè e voi ve li bevete. Io vi guardo e voi entrate e uscite. Tutti viviamo e ci proviamo, ci divertiamo e impariamo. Londra è il paese dei balocchi, ma è anche dura e veloce. Di news da Londra siamo bombardati ogni giorno… ogni ora… ogni minuto… perché tutti guardano alla capitale del mondo. Ma quello che troverete in Just A Coffee in London è vita vissuta, curiosità, personaggi, cultura e attualità: perché tutto passa dal bar. Il bar è...

Read More

Piove

Incrocio tra Tooting Hight Street e la tangenziale ovest di Nuova Delhi Sono pazientemente fermo al semaforo sotto secchiate di pioggia estiva. Davanti a me sfila una serie continua di animali… tutti in fila indiana due a due… ratti, volpi, scarafaggi… giurerei anche di aver visto un mammuth, un bradipo e una tigre dai denti a sciabola, ma potrei sbagliarmi. Attimi di tensione quando il mammuth a momenti pesta uno scarafaggio. Tutti sembrano seguire un vecchio in vestaglia dalla carnagione scura con barba e capelli lunghi… va avanti straparlando a proposito della fine del mondo e di una gita in barca… non capisco bene. Sembra il solito santone, a Londra non ne mancano. Arrivato all’altezza del parcheggio la colonna si ferma, lo vedo che smarrito guarda a destra e sinistra, si volta col terrore nogli occhi esclamando – Non c’e’ piu’! L’ho lasciata qui, ne sono sicuro – A seguire una serie di improperi tra i quali capisco solo barca, legno, moriremo tutti Dal kebabbaro si affaccia un tizio che gli urla – L’ha portata via la polizia. Veicolo sospetto per attacco terroristico!- Al mio fianco, sempre sotto il nubifragio, si e’ fermato anche Mahatma Gandhi (ma avrebbe anche potuto essere suo cugino) con aria interrogativa. Il vecchio escalama un rassicurante – Moriremo tutti – ed entra nel primo pub, il mammuth pesta prima uno e poi l’altro scarafaggio...

Read More

A BLAST FROM THE PAST

Giovedi 8 Febbraio 2007, 11h00am. “Hi, this is Neda, I can’t take your call at the moment, but please leave me a message and I’ll call you back… beep!” “Ciao Neda, sono Sara, indovina chi mi ha chiamato? Te lo dico tanto non ci arriveresti mai! Fabio, di Latina, Fabietto dell’ostello insomma. Lo incontro dopo il lavoro, alle 18h30, se ti va di venire chiamami!” Non posso crederci. Fabio a Londra. Quanto tempo è passato? 5 anni credo… si si, proprio 5 anni! Che ci fa a Londra? Con chi sarà venuto? Per quanto resterà? Sono a lavoro e non posso richiamarla adesso, che rabbia, muoio dalla curiosità di sapere tutto. Le mando un messaggio: “Certo che vengo!” E inizio a pensare a quando Fabio è entrato nelle nostre vite 5 anni fa. Me lo ricordo bene Fabietto, faceva un gran casino in ostello, se lo ricordano un po’ tutti quelli che lo hanno conosciuto. Ricordo di non averci mai litigato, ma neanche di esserci mai stata molto in confidenza. Ricordo le cene nella cucina dell’ostello, ricordo le notti insonni passate a giocare a poker, ricordo le serate passate a chiacchierare, ognuno a parlare dei propri problemi e poi un ricordo meno positivo, quello della sua amicizia con il mio ex e del fatto che insieme facevano sempre ‘bordello’. Forse è stato proprio quello a fermarmi in un certo...

Read More

Riflemaker becomes INDICA

12/02/2007 Questo è l’ultimo giorno a disposizione per visitare INDICA, uno spazio che fu significativo nella scena artistica della Swinging London e che, a quarantanni di distanza, è stato ricostruito in una galleria di Soho, tale Riflemaker. L’originale Indica Gallery, il primo spazio dedicato all’arte concettuale, sorgeva nella zona di Mayfair e fu attiva tra il 1965 e il 1967. Per soli due, intensi anni, Indica rappresentò the coolest place to be e gran parte del suo successo fu dovuto ad una vibrante rete di contatti. Tra i fondatori della galleria figuravano John Dunbar, marito di Marianne Faithfull, Barry Miles, aspirante giornalista, e Peter Asher, fratello della più celebre Jane, ai tempi fidanzata di Paul McCartney. Lo spazio era spesso visitato da John Lennon, che, nel novembre 1966, incontrò Yoko Ono, in occasione della sua personale. Sembra che Lennon avesse dato un morso alla Apple esposta in mostra, mandando la Ono su tutte le furie. Il concetto di Apple era quello di mostrare le trasformazioni organiche e il deterioramento della scultura (una mela verde posta su di un piedistallo) e non ci si aspettava di certo che qualcuno osasse darle un morso. Ma, come sapete, questo è solo un episodio e il resto è storia. “Riflemaker becomes Indica” , ospita nuovamente, come quarant’anni fa, opere di Yoko Ono, e altri che contribuirono al successo della galleria, come Francois Morellet,...

Read More

How very British….

Amo l’autunno londinese. Il pomeriggio piovoso, da passare in casa, una tazza di te’ e biscotti al burro con pochi amici, oppure un bel libro nell’ovattata atmosfera di casa, la musica nell’aria mentre fuori e’ grigio e pioviggina, how very British….. non sempre, certo, ma ogni tanto non guasta, e’ una delle cose che fanno questo posto cosi’ bello e speciale, a Londra anche la pioggia ha il suo fascino….. Ma qualcosa mi mancava, qualcosa di veramente british, qualcosa un tempo era assai diffusa e poi e’ andata non dico dimenticata, ma e’ uscita dalla vita di ogni giorno, vittima della tecnologia e della diffusione degli orologi: la pendola col Westminster Chime. E’ vero, la pendola era in uso ovunque e non solo in Inghilterra, ma e’ il westminster chime che conquisto’ il mondo. Mia nonna aveva un orologio da muro, meccanico come ancora quasi tutti all’epoca, col westminster chime. Quando ero molto piccolo quel suono mi pareva un po’ triste, ma poi ho finito per affezionarmici e con gli anni ho cominciato ad amarlo come si amano quelle cose che ci parlano di un pezzo di noi, e di persone a cui abbiamo voluto bene e di un piccolo mondo che ci vive ancora dentro. Batteva sia i quarti sia le ore intere e in una casa silenziosa come quella di mia nonna (che non ascoltava mai musica,...

Read More

Cotswolds

Ormai alle porte dell’inverno, ripenso alle giornate piu’ belle passate in moto, e una regione va sopra tutte: i Cotswolds. Immaginate un posto perduto nel tempo; non un museo, ma una regione viva e vibrante, piena di gente, di veicoli, di attivita’. Un posto come lo fareste voi se vi metteste a costruire una citta’ con il lego, solo che non e’ una citta’ ma un’intera regione, stai un giorno intero in moto e ovunque vai trovi la stessa grazia, la stessa gentile unione di opera dell’Uomo e della Natura, la stessa armonia di colori e di impressioni, la stessa bellezza gentile e mai urlata. Non e’ che manchino i segni delle moderne attivita’: ci sono edifici ad uffici, grossi supermercati, ci sono perfino zone industriali; i Cotswolds non sono un museo all’aperto, qualcosa di bello ma che non sara’ mai pratico; no, nei Cotswold il come ti affascina quasi quanto il cosa; la zona industriale non manca, ma e’ fatta di edifici bassi e in pietra; l’edificio a ufficio e’ saggiamente immerso nel paesaggio urbano, perfino il grosso supermercato e’ costruito in armonia con le abitazioni circostanti. Questo e’, per me, il vero fascino dei Cotsowolds: non e’ una Venezia bella da vedere e poco pratica da viverci, e’ una regione che funziona e dimostra che si puo’ fare, se non proprio tutto, veramente tanto nel rispetto di...

Read More

This is the queue

Il turista inesperto si domandera’ perche’, anche alle fermate degli autobus londinesi, si formino delle lunghe, lunghissime code. Ma sempre ordinate. Nonostante la pioggia, il marciapiedi disconnesso, il percorso irto di ostacoli (un cestino dell’immondizia, una paletta, l’auto mal parcheggiata…). Tutti ben in fila, non ci si accavalla e non ci si scompone, uno dietro l’altro in silenzio, leggendo libri, giornali, appunti, ipod nelle orecchie, telefonino alla mano a scorrere messaggi o rubrica, blackberry per controllare le mail. A volte il motivo di tanto ordine mi sfugge, specie quando mi trovo in una coda formata da 8 persone pronte a salire su un bus completamente vuoto. Sono vicina alle porte (stavo consultando il percorso sulla paletta, giuro, non volevo fare la solita italiana all’estero) cosi mi accingo a varcarle in contemporanea con una signora che, a differenza mia, si era guadagnata il suo posto in coda. “This is the queue” mi fulmina con lo sguardo e mi mostra con orgoglio le 5 persone rimaste dietro di lei. Guardo il pulman vuoto, 3 persone a sedere. Giro sui tacchi, 2 passi indietro e il tempo di raggiungere la fine della coda e’ gia’ il momento, per me, di salire. Mi sento un po’ colpevole, anche se in fondo ho solo cercato di applicare del buonsenso alla mera attivazione di una pratica consolidata. Forse anche in questo sta la differenza tra...

Read More

Liberta’

Nel mio gruppo di italiani si parla spesso di Londra. Come sempre, le percezioni soggettive si mischiano ad elementi sui quali si e’ un po’ tutti d’accordo e come sempre, il modo in cui vedi le cose e’ determinato in modo fondamentale dai paragoni che puoi fare con le tue esperienze. Uno che viene dal paesino di cinquemila anime trovera’ Londra caotica, ma io vengo da Roma e la trovo assai tranquilla, silenziosa, ospitale, accogliente. Forse anche perche’ abito a Knightsbridge, il che probabilmente aiuta rispetto ad altri quartieri e siamo sempre alla dimensione soggettiva. Ma una cosa vorrei mettere in luce, di questa citta’ e di questo paese, della quale secondo me non si parla abbastanza: chiamiamola la liberta’ lavorativa. Certo, non e’ piu’ come una volta e non e’ piu’ facile come, diciamo, cinque anni fa trovare anche un lavoro da cameriere. Ma io non conosco nessuno che e’ stato costretto ad andarsene da Londra. Mentre quanti ne conosco, costretti ad andare via da Roma….. Quassu’ ti puoi permettere il lusso di lasciare un lavoro perche’ non ti piace. E se sei stato oculato, hai dei soldi da parte e hai fatto un budget adeguato, puoi goderti una delle citta’ piu’ belle del mondo mentre cerchi qualcos’altro. Certo forse non proprio per tutti, e non proprio in tutte le situazioni; ma per la maggior parte della gente,...

Read More

Catturatori di coincidenze improbabili.

In magazzino, dietro ad una pila di scatole, ho trovato una scritta: I KNOW WHAT YOU DID LAST SUMMER. Se non è già efficace il messaggio, la scritta è stata ottenuta con un dito imbevuto di vernice rossa e ogni lettera ha la sua perfetta sbavatura. Subito ho preso un pezzo di carta, ho trascritto il messaggio e l’ho lasciato nella bocca del labrador in dimostrazione. Poco piu`tardi non c’era piu`. Qualcuno l’ha trovato, l’ha letto e l’ha portato via. Ognuno si può riconoscere il quel messaggio. Ognuno ha qualche scheletro estivo nascosto in qualche armadio. Io ho capito benissimo cosa ho fatto quell’estate. Non necessariamente l’ultima. Quell’estate. Nel LondonPaper c’è un trafiletto giornaliero dedicato a tutti coloro che hanno svisato qualcuno e non hanno saputo cogliere l’attimo. Lovestruck si dice. Colpo di fulmine. M. scrive: “Sat 3 Feb at 17.15, you were on the Central line train from Ealing Broadway, wearing black leather trainers and blue jeans reading Sleepers. I couldn’t take my eyes of you. Please get in touch.” Dovrebbero inventarci un giornale con soli annunci di Lovestrikers. Dovrebbero dividerlo in sezioni. La prima sarebbe dedicata agli incontri in metropolitana, poi verrebbero quelli per strada, poi quelli nei locali, nei negozi e così via fino ai posti più improbabili. Come funzionava un tempo? Come funzionava nella mia città? Avevo visto una ragazza seduta su una panchina e...

Read More

The Da Vinci Gate(s)

La British Library ha pubblicato online una versione digitale dei taccuini di Leonardo, nello specifico il Codice Arundel e il Codice Leicester. Ma… la suddetta versione è accessibile solo ed esclusivamente agli utenti della nuova piattaforma Microsoft Vista. L’impopolare scelta è dovuta al fatto che, mentre il Codice Arundel è di proprietà della British Library, quello Leicester è stato acquistato nel 1994 da Bill Gates, co-fondatore e chairman di Microsoft. Gates ha acconsentito alla pubblicazione digitale del Codice Leicester, ma solo per una durata di 6 mesi e in cambio della possibilità da parte di Microsoft di utilizzare gli spazi della British Library per il lancio della nuova piattaforma di Windows. Da ciò ne consegue che entrambi i manoscritti sono ora accessibili online dagli utenti di Vista, tramite un software sviluppato dal museo e sponsorizzato da Microsoft. Molte le polemiche, come potete immaginare. Martin Kemp, professore di storia dell’arte alla Oxford Unversity, si è dichiarato sorpreso nell’apprendere che anche il Codice Arundel è disponibile online solo per chi possiede le versioni più avanzate del sistema operativo...

Read More

Storie dal West End

“You can like the life you’ re living, you can live the life you like” Nowadays, from Chicago The Musical Londra e’ una citta’ che sembra non fermarsi mai, oltre al lavoro devi trovare il tempo per divertirti: la birra al pub all’uscita dall’ufficio e’ un classico esempio. Non a caso la central London e’ divisa in 3 poli: la finanza nella City, il governo a Westminster e il divertimento nel West End. E’ la citta’ stessa a dirtelo: c’e’ tempo anche per l’otium. A volte lo eviti: ci sono troppi turisti, e’ troppo affollato, ma inevitabilmente ci finisci, e’ una tappa non tappa, il fantomatico West End. Oppure scegli di andarci, per vivere una delle esperienze tipiche di questa citta’: entrare in un teatro e goderti un Musical. E’ quasi un must do, come essere a Roma e vedere il Colosseo: non puoi vivere nella Broadway europea e non essere mai entrato in uno di questi teatri dal sapore vagamente attempato, dove ogni sera una folla di spettatori assiste al ricrearsi della magia. Cosi ti metti in coda ad una delle innumerevoli biglietterie che si affacciano su Leicester square, ti accaparri un biglietto a prezzo ridotto e gia’ sei felice per questo. E finalmente sei seduto su una poltroncina rossa, nemmeno tanto comoda, nella sala piena di gente: il sipario si alza, i costumi brillano alle luci della...

Read More

prova bikini

Una settimana fa Londra non sembrava il posto ideale dove comprare un bikini. Sinceramente era l’ultimo dei pensieri non solo della sottoscritta, ma di molti, nonostante le vacanze imminenti. Ma ecco che, come solo lei sa fare, questa citta’ ci sorprende con un weekend che profuma piu’ che mai d’estate. Cielo terso, infradito e canottiera e per la prima volta non permetto all’ombrello di appesantire la mia borsa. A passeggiare tra South Kensington e Chelsea, al riparo sotto gli alberi, per una delle vie piu’ graziose e trendy di Londra, Old Church Street, ti senti quasi una celebrity. Ad una prima occhiata appare una via residenziale come tante, forse un tantino piu’ abbiente, ma le fashion addicted come me, con tanto di collezione dei dvd di Sex and the City a casa sanno che questa e’ la via dello store di Manolo Blahnik. E non solo, perche’ sabato ho scoperto che qui, nell’Inghilterra di Burberry e degli ombrelli, puoi trovare il bikini perfetto. E, come ti succede solo a Londra, puoi trovarlo anche a gennaio perche’ da Biondi Couture e’ sempre estate. Saranno i colori accesi delle pareti o il fatto che qui tutto parla di mare e sole, dai bikini, alle infradito ai kaftani. Saranno i lunghi capelli biondi e la solarita’ della proprietaria, di origini brasiliane, sempre disposta a consigliarti il “due pezzi” perfetto. Ma ormai, scampate...

Read More

Waiting for…

Non è facile vivere a Londra e sapere che uno dei tuoi possibili futuri (quello a cui ambisci di più ad essere più chiari) si gioca in qualche ufficio italiano. Da tempo ho due post pronti e speravo di pubblicarne uno appena qualcosa, da uno di questi uffici, si fosse saputo (e qui giustifico l’assenza a chi di dovere). Ma immagino che Agosto non è il mese ideale per aspettare verdetti così importanti. Certe scelte vanno fatte con cura e gli editori in vacanza si portano libri rilegati e pubblicati, non fogli stampati dalla stampante dell’ufficio. È successo tutto un mese fa. Un messaggio di Sabato mattina del mio agente, già prima che entrassi in negozio. Poi un tipico sabato medio busy che tipico non era proprio, perchè non stavo nella pelle. Io che vado dal mio manager e gli faccio: “Ho bisogno di due giorni off. Torno qui Mercoledì.” Lui fa la faccia pensierosa e io penso se quattro giorni sarebbero stati sufficienti per rileggere, spuntare, riempire, correggere, rileggere ancora… Lo sono stati. Ora immaginate, se lo avete mai vissuto, il momento in cui fate un test antigravidanza. Io l’ho fatto, nel senso che l’ho vissuto. Sono andato a comprarlo, sono corso a casa di una ragazza in crisi quasi isterica e abbiamo aspettato insieme che il bastoncino ci dicesse se le nostre vite sarebbero state scazzate come...

Read More

Life is a Laugh

Quando approdai a Londra per la prima volta, molti anni fa, rimasi affascinata dalla Tube, così caratteristica, elaborata e allo stesso tempo facile da seguire nel suo reticolato multicolore. Come in un video-game, tre fermate di linea rossa e tàc, mi ritrovavo a Bank, travolta da miriadi di impiegati in nero con la ventiquattrore. Altre 5 fermate di linea verde o gialla e riemergevo all’aria aperta, accolta dai rintocchi del Big Ben e un volo di piccioni. Non so cosa ci fosse tra un posto e l’altro, che linee avessero i tetti, i muri delle case, gli alberi, le strade in superficie, e probabilmente la maggior parte dei turisti torna a casa con le stesse sensazioni visive, gli stessi scenari interrotti. Ora che sono una londoner di adozione, ho sviluppato una specie di idiosincrasia per la metropolitana. Me ne servo solo se costretta, altrimenti mi affido ai treni, agli autobus e ai miei piedi. Londra è come un enorme stagno, pullulante di attività frenetiche. Come tanti gerridi, quegli insettini dalle lunghe zampe che pattinano scattanti a pelo dell’acqua, migliaia di persone si rincorrono da un capo all’altro della città, senza sosta, con le cuffie nelle orecchie, la gomma in bocca, una cuppa di caffè in mano, sempre con quell’aria di chi non può perdere tempo. Ed è proprio nella tube che, forse per lo spazio ridotto dei vagoni, l’oscurità...

Read More

Scrap The Logo

E forse lo sapete già, ben 400 mila sterline sono state spese per creare il simbolo delle prossime Olimpiadi in terra angla. 400 mila pounds per un logo movimentato da cunei puntuti di tipo “futurista”, (mi scuso dell’impropria attribuzione del termine, certo FuturBalla & Marinetti avrebbero saputo fare di meglio) o, volendo usare la definizione dei suoi creatori, dalle linee giovanili, più consone all’era dell’ internet generation . E insomma, l’ispirazione verrebbe dalla graffiti art… ma anche qui, Keith Haring buonanima avrebbe sicuramente eccelso in un qualsivoglia scarabocchio. Una petizione online ha dovuto chiudere in soli 3 giorni, dopo che sul sito si sono raccolte ben 50.000 firme di gente indignata e offesa (c’è anche chi dice che il logo olimpico ricordi vagamente la forma di una svastica). L’immagine è costata non solo denaro, ma anche l’impegno di una pregiata squadra di creativi , e perciò non si cambia. Continuare a mantenere aperta la petizione avrebbe significato danneggiare ancora di più l’immagine dei giochi olimpici londinesi, già motivo di aspre polemiche, logo a parte (tanto per dirne una, il budget iniziale si è nel frattempo quadruplicato!). I creativi e il direttore della commissione organizzatrice dei giochi (Locog), da parte loro, si sono affrettati a ribadire che il logo, disponibile nei colori moda blu, fucsia, verde e arancio, è stato concepito per suscitare reazioni forti e che le sue linee...

Read More

Digestive biscuits

Sono un’istituzione nazionale, in Gran Bretagna ne vengono consumati 52 al secondo, e’ vietato venderli sotto questo nome in USA. Dimenticavo: sono buonissimi. Dimenticavo, sto parlando dei digestive biscuits. La ricetta originale e tuttora utilizzata viene inventata da un giovanissimo operaio della McVities, Alexander Grant. Il ragazzo, a quanto pare, non aveva solo doti di inventore, perche’ ben presto diventa direttore e infine presidente della McVities, che, da piccolo forno di Edinburgo si trasforma in una delle societa’ piu’ ricche di Inghilterra. Insomma dall’impastare biscotti a dirigere un’azienda, senza tanti titoli di studio o raccomandazioni. Ma e’ proprio da quell’impasto che nasce tutto, non solo il successo di Grant e della McVities ma il nome stesso di un biscotto emblema nazionale. Il suddetto impasto infatti contiene bicarbonato di soda cosi si sparge la voce che i biscotti abbiano proprieta’ digestive. Macche’, anzi, sono un bel concentrato di calorie, specie perche’, si sa, gli inglesi amano concedersi piccole indulgenze, tipo la copertura al cioccolato amaro o al latte o con strato di caramello. Ci vuole una bella indagine scientifica per dimostrarlo e gli Americani mettono persino al bando la scritta “Digestive”. Come al solito loro esagerano. Noi invece ci godiamo questo piccolo e colpevole piacere, accompagnato o meno da una bella cup of tea, senza chiederci piu’ di tanto quanto faccia bene all’apparato digestivo e quanto, piuttosto,...

Read More

À Rebours

In soli 2 giorni, ho rivissuto infanzia e adolescenza, tuffi al cuore e mille ricordi provocati da brandelli di storia esibiti in una vetrina o appesi al muro con una targhetta vicino! Sono stata con una mia amica al V&A Museum of Childhood . Il pretesto era quello di vedere la mostra di incisioni di Picasso, poi però abbiamo passato ben 2 ore ad entusiasmarci tra giochi e giocattoli di altri tempi. C’era un pò di tutto, bambole del settecento, orsetti di pezza vittoriani… ma anche cose più recenti, come i playmobil, il meccano, il piccolo chimico, i pupazzetti della fisherprice, il mastermind e… Kermit! Il giorno seguente, invece, ho fatto una passeggiata fino all’ICA, per andare a vedere una mostra sull’Inghilterra Tatcheriana dal titolo: The Secret Public (The Last Days of the British Underground 1978 – 1988). Girovagando tra grafica, fotografie, installazioni e video, ho trovato e ritrovato alcune chicche, come le lastre incise da Peter Saville per la stampa della copertina del disco dei Joy Division (quando il binomio vinile/arte era ancora possibile), un filmato dei Duvet Brothers con la colonna sonora dei New Order [che mi son vista 2 volte con cuffie premute sui timpani] e un video documento di Hey! Luciani: The Life and Codex of John Paul I , opera teatrale con testi e musiche dei The Fall messa in scena nel 1986 (ho...

Read More

NEW YEAR, NEW LIFE!

Primo post del 2007. Vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito (e hopefully continueranno a farlo) su questo sito, e in particolare vorrei salutare i miei assidui lettori (not in any particular order): Francesca, Laura Battiston, Katy75, Susanna, Mica, Syofer, Dascia, Maresa66, Robysmile, Tiziana78, ManuelaC, Brina, Emanuele Billi, Arianna, Skania, Francesco, Piero, Antonella T., Sergio, Andrea Romani, Antonio Nota, Gianluca Rizzo, Picchiant, Lorena Straffi, Mat, Enzo, Michela, Caterina, Hagakure Record, Lesa degli SM58, Dan, Paolos, Squidant, Alex Nicoler, Guy, Carlo Pastore di Rockit, i Finley, Claudio Natali, Enea, Signorhood, Dado9, Nibbio, Gigi80, Marziano, Babi, Longe, Saporedimare70, Fabio Apollonio, Daniela Aliperta, Zingaroinuk, Coguaro, Edoardo Citterio, Roberto DeVogli, Giulio, Doris di Radio Capital, Claudio Natali, Apbigsur, Silvia Traina, Sara Magoni, Raviolo Man, Ferdinand, Matteoesse, Giova, Ettore Desimone, Simonetta, Silvano, Andrea Novelli, Mario, Claudia, Emanuele, Margherita, Viviana, Mab2000, Luigi, Sandro, Cristian, Marcella, Filipposuper, Nick, Flora, GP, Andrea Briccarello, Domenico, Lucauk, Carlo Col, Rossella, Daniele, Viola, Andrea M., Ottavia, Giovanni Ondradu, Davo, Laura Fabrin, Nino DiFrancesco, Andrea Pagani, Angelo, Maryeste, Federica, Mau Reeno, John, Zanzo, Dr_Dobermann, Triestin, Laura Grassi, Sofy. Se ho tralasciato qualcuno.. ditemelo! Beh, adesso sono un po’ senza parole, perché per ricercare i vostri nomi sono finita anche a rileggere delle email che mi avete mandato e alcune sono molto belle. Alcuni di voi li conosco di persona, altri no, altri mi conoscevano addirittura 10 anni fa e, finiti...

Read More

Here comes the sun

A volte nei luoghi ci si finisce per caso. Sei alla ricerca di un negozio o di un ristorante e ti ritrovi catapultato altrove. Io e Piero siamo finiti negli anni 60: cercavamo una casa e abbiamo trovato i Beatles. Piove quando entriamo in metropolitana, uno di quegli acquazzoni tanto forti quanto rapidi. Quando scendiamo a St John’s Wood infatti le nuvole iniziano gia’ a diradarsi. Abbey Road mi ricordava qualcosa…davanti a me riconosco gli studi di registrazione dei Fab 4, con tanto di fiori e bigliettini e scritte sul muro. Sono passati 27 anni dalla morte di John Lennon, 45 da “Love me do”. Ma loro sono ancora li. Ed ecco che avviene la magia…Here comes the sun. Mi sembra di sentirli suonare uno dei miei pezzi preferiti, mentre il sole inizia a fare capolino tra le nuvole e a scaldare i passanti e ad asciugare i marciapiedi. E’ un’esperienza mistica, camminare sulle strisce pedonali usate per la cover di un album che e’ entrato nella storia. E’ come se questo angolo di Londra avesse assorbito tutta la loro musica, l’energia dei fan, la forza dirompente e l’urgenza di cambiamento contenute nelle loro canzoni. Sono stati definiti in ogni modo e ancora oggi considerati la band piu’ innovativa del XX secolo, tanto innovativa che a distanza di 40 anni le loro canzoni sembrano scritte ieri. I Fab 4...

Read More

Black cab

Generalmente nel weekend Luisa, che e’ una party girl, si trova all’uscita da un club, provata dalla serata, ma soprattutto da tutto quello zompettare in un paio di costose, ma scomodissime scarpe tacco 12cm. Senza lamentarsi piu’ di tanto si incammina ben sapendo che trovare un taxi e farsi portare a casa a quest’ora e’ quasi una missione. A quanto pare tutti, ma proprio tutti, si riversano nelle strade della central London, mano alzata al primo segnale illuminato in movimento. In realta’ il problema sta nel fatto che i taxi non sono poi cosi numerosi perche’ Londra e’ la citta’ al mondo in cui diventare taxista risulta piu’ difficile: non basta una patente e una fedina penale pulita, bisogna passare un esame noto come The Knowledge, che richiede almeno 3 anni di preparazione e studio. I knowledge boys (o piu raramente girls), come vengono chiamati i taxisti-wanna-be, girano per Londra con dei motorini sul cui manubrio fissano una mappa della citta’ in modo da poterne impararne a memoria tutte le strade. Alla fine della loro preparazione non dovranno solo conoscere ben 25,000 strade centrali e le maggiori rotte periferiche ma anche tutti gli edifici e monumenti della citta’, incluso l’ordine con cui sono distribuiti i teatri su Shaftesbury Avenue, e soprattutto essere in grado di eleborare in pochi secondi il percorso piu’ breve verso la meta, tenendo adeguatamente in...

Read More

una chitarra a Verona

Mi si chiede, parlo e spiego che dovrei correre e dovrei saltare, tirando verso un traguardo, guardando uno scopo, questo ho sempre fatto… motivazioni… motivazioni per fare, per stare e per andare… negli occhi tristi di chi mi guarda dall’altra parte di un vecchio tavolo tra bicchieri vuoti e da finire… cerca di capire e di farmi capire, buttare su un foglio che non c’e’ parole che per altri hanno poco senso. Consigli… a me non servono… io devo capire. E poi una luna che guarda… una brace rossa tra riccioli di fumo… un soffio in alto tra pensieri e domande che restano nascoste, ma poi non troppo… mente e cuore bisticciano su una direzione che non c’e’… da prendere non si sa bene quando… scegliere battaglie… meglio, snocciolo battaglie che non possono essere combattute, non fino in fondo… vanno attese collezzionando speranze… camminando con la mente su e giu, disegnando un infinito… senza sapere cosa sia meglio sperare… chiudere gli occhi e vedere… Torna la frase su una chitarra a Verona… Vago nel folto di fronde in delirio e sorrido perche’ domani sollevero’ piu’ pesi, saltero’ piu’ in alto, correro’ piu’ veloce e piu’ a lungo… faro’ ancora piu’ paura quando rabbia passera’ dietro a miei occhi… ma oggi no, stasera no. E’ stato un bel week...

Read More

Londra e i topi

La Londra di Dickens..squallore, poverta’, senzatetto e topi. Quanto e’ cambiata, attraversata da storie, persone, rivoluzioni sociali ed eventi storici. Ma loro sono rimasti: i topi. Si dice che in qualsiasi posto tu ti trovi, in questa citta’, a meno di 5 metri da te c’e’ un ratto. Basta gettare un occhio tra i binari della metropolitana, se non vi e’ mai successo di incappare in un ardimentoso roditore salito direttamente sulla platform. Ok, e’ un’immagine orrenda e mi vengono i brividi anche solo a pensarci. Ma noi italiani siamo famosi anche in relazione a questo. L’eroe nazionale che si e’ occupato della disinfestazione della metropolitana londinese e’, infatti, un veneto, Massimo Donadon. La sua e’ una storia caratterizzata da genio e successo. Tutto nasce dalla voglia di riscatto di un giovane che ha visto la sua famiglia benestante cadere in disgrazia. A soli 23, 24 anni con una base di studi di veterinaria e alimentazione animale, prepara le prime esche per topi e disinfesta le stalle del circondario. Da allora di strada ne ha fatta, tanto che sono 50 le metropoli in tutto il mondo a aver chiesto il suo aiuto contro i roditori, New York e Londra tra tutte. L’estro e il genio italiano, qualcosa che loro, gli inglesi, sanno apprezzare ma che li lascia a volte anche un po’ perplessi e scettici. Qualcosa di cui noi,...

Read More

Signal Failure

Almeno una volta alla settimana l’estrema pazienza di Luisa viene messa a dura prova da lei, la mitica, costosissima e vecchissima signora Tube. Il sistema della metropolitana inglese e’ il piu’ antico al mondo e ha una storia affascinante. La Tube e’ qualcosa di cui gli inglesi (e non solo, pure Piero che di inglese non ha proprio nulla) parlano sempre, di cui si lamentano, ma di cui vanno anche in parte orgogliosi (non Piero, lui la odia, sempre e comunque). Con le sue 10 linee, 275 stazioni, 3 milioni di persone in transito ogni giorno e la copertura di 408 km capite anche voi che e’ altissima la probabilita’ che il piu’ piccolo inceppamento vada a riflettersi sul sistema. Per cui ogni mattina getti uno sguardo pieno d’ansia al cartello posto in ingresso alla fermata con l’elenco delle linee e relativi delay, dando un bel respirone di sollievo quando vedi scritto “good service” di fianco a quella che ti portera’ al lavoro. Non che il pericolo sia scampato: stai per affrontare la platform. Esistono delle tattiche speciali anche per questo: i primi e gli ultimi carriage generalmente sono quelli meno affollati, ma non e’ una regola priva di eccezioni. In alcune stazioni (come King’s Cross) all’altezza del primo vagone sulla platform si trova l’uscita per accedere alle altre linee. E i Londinesi, che non hanno tempo da buttare...

Read More

ABITUDINI “METROPOLITANE”

Mi chiedo cosa fanno gli altri italiani quando sono in metro da soli. Io mi definisco un’abitudinaria a cui piace variare. Non sputate sentenze, non è una contraddizione, lasciatemi spiegare e vi renderete conto che è proprio così! Io vario le mie abitudini a seconda dell’umore e del numero di fermate. In linea generale, in metro scrivo. Amo scrivere in movimento, specialmente su un treno vero e proprio ma anche la metro va bene. Se non sono in vena di scrivere (e puo’ capitare che non lo sia per settimane), leggo. E qui bisogna essere specifici, perché non leggo qualunque cosa. Faccio parte di quell’infinità di persone che quando si trovano alle 8 di mattina in un’underground station accaparrano una copia del Metro anche se forse non la leggeranno, giusto perché è lì e perché è free. E il Metro è forse il piu’ grande fenomeno di “paper crossing” a cui abbia mai assistito (puoi tranquillamente lasciarlo sul sedile per il prossimo “commuter”, sono pochi quelli che lo portano a lavoro, un po’ perché è un peso in più, ma soprattutto perché “non fa figo”). Io lo prendo, ma non sempre lo leggo. Se in prima pagina c’è un’idiozia (come spesso succede), mi rifiuto di guardare la seconda. Non sopporto l’idea che la prima pagina di un giornale venga dedicata a una celebrità per esempio, è un giornale, non...

Read More

La teoria brunolonghiana di Capodanno.

Un mese e mezzo passeggiavo davanti alla pista di pattinaggio in allestimento davanti al National History Museum. Nella mia mano quella di una ragazza. Durante gli anni universitari a Cagliari non era mai uscita dal settore “colleghe inaccessibili”. Era fidanzatissima, prima di tutto, e poi bella al punto da intimidirmi quelle volte che, incontrandoci, dovevamo scambiare le poche frasi di circostanza. Due settimane prima di quella passeggiata non avrei mai immaginato di ritrovarla qui a Londra, conviverci per due settimane, uscire presi per mano come due fidanzati. Alcuni ragazzi stavano lanciando sacchi di cubetti di ghiaccio dentro la pista. Pensavo che sarebbe stato una figata, per chi avesse pattinato li` dentro. La mezzanotte del 31 ero dentro quella pista di pattinaggio. Ero poggiato alla recinzione, come sono stato per la maggior parte del tempo. Cosa pretendete da chi ha visto la neve vera e propria una volta nella propria vita? Avrei dovuto stare fuori, ma la storia e` questa: un certo Mr Richardson aveva comprato due biglietti, non e` mai venuto e io ho chiesto alla biglietteria se potevo averne uno. Sarebbero stati soldi sprecati e cosi` le quattro cadute, almeno, non mi sono costate nulla. Un mese e mezzo prima di quella mezzanotte non avrei mai immaginato di ritrovarmi dentro quella pista di pattinaggio, con un’altra ragazza, anzi due, a prendermi per mano. In realta`, stavolta, mi stavano...

Read More

Casalingo

Se la casalinga di Voghera c’ha le palle, io, non lo so… Pero’ io ce le ho. E mi girano anche, quando nel supermercato mi spostano i panni anti-polvere e non li trovo piu’… va bene che e’ passato qualche mese dall’ultima volta che li ho comprati, ma nascondermeli contribuisce al livello di stress di fondo di questa vita moderna… soprattutto adesso che e’ la stagione degli amori e i gatti di polvere che c’ho in camera mi tengono sveglio la notte. Devo presentarmi...

Read More

La moto e il terrorista

Sono un appassionato motociclista. Poiche’ mi piace interessarmi di queste cose, quando vivevo in Germania seguivo le statistiche della mortalita’ tra motociclisti. Il tasso di mortalita’ oscillava tra i 17 e i 19 morti l’anno ogni 100.000 motoclicisti attivi. Un rischio del genere e’ talmente basso che perfino le compagnie di assicurazione tendevano a trascurarlo, per esempio la mia assicurazione contro gli infortuni non prevedeva un sovrapprezzo per i motociclisti. Insomma, al di la’ delle percezioni soggettive e’ evidente che essere motociclista in Germania non e’ statisticamente pericoloso. E’ naturalmente mortale per quei 17 o 19 l’ anno, ma da un punto di vista statistico, cioe’ collettivo, non e’ pericoloso. Per cui vado in moto senza preoccuparmi, essendo assurdo preoccuparmi dei 19 ogni 100.000 che muoiono ogni anno in moto piuttosto che, poniamo, dei 16.000 ogni 100.000 che si ammalano di cancro (qui ognuno puo’ inserire la sua satistica preferita: sei fumatore? Ciclista? Fai jogging? Paragliding? Ti piace il Fai-da-te?). Quando mi chiedevano se non fosse pericoloso andare in moto citavo le statistiche di mortalita’ e tutto si chiariva. La metropolitana di Londra viene frequentata da circa 4 milioni di persone ogni giorno. Se i terroristi riuscissero a uccidere 700-800 persone l’anno, ogni anno, solo sulla metropolitana, il rischio statistico di essere uccisi da un terrorista nella metropolitana non sarebbe superiore al rischio statistico di essere un motociclista in...

Read More

Senza continuita’

Un certo senso di colpa mi ritrascina sul sito, e’ un pezzo che vergognosamente diserto questo blog… Purtroppo appartengo alla categoria dei ‘blogger per caso’ che si divertono a buttare 4 righe in rete per raccontare aneddoti/pensieri/riflessioni, senza continuita’ e senza velleita’… vedo altri ‘colleghi’ blogger qui e altrove, decisamente meno ‘per caso’ e piu’ attivi… Io no… io nn sono poi cosi bravo Il mondo dei blogger (la blogsfera per i supergggiovini) e’ piuttosto vario, ce ne e’ di ogni forma e tipo; dal pseudo-scrittore studente di filosofia orientale all’adolescente dark e depresso passando per il patito di fotografia e per quello che scrive a fini terapeutici Io scrivo perche’ mi piace raccontare quello che mi passa per la testa (nn tutto) e mi piace mostrare qualche ‘foto’ di quello che vedo e sento… Ho cercato di spiegarlo una volta al mio amico mezzo indiano e mezzo scozzese… nn riesce a capacitarsi che qualcuno possa trovare interessante leggere che una delle cose che odio fare e’ il ‘sox matching’ la domenica per essere sicuro che la mattina, mezzo addormentato, nn mi metta su 2 calzini di colore diverso prima di andare a lavorare… e, onestamente, nn me ne capacito nemmeno io. Ma nn saprei scrivere di altro, nn faccio il conoscitore di Londra e nn faccio lo scrittore, racconto qualche storia, qualche risata e qualche sospiro, perche’ questo...

Read More

Carta d’identita’ e iscrizione all’AIRE

Be’,alle volte il Paese natio ti sorprende con la sua efficienza. Siccome e’ raro, quando accade e’ bene dirlo…;) Per anni, al consolato italiano di Francoforte e dopo a quello di Londra mi avevano detto che non potevo avere una carta d’identita’, perche’ non ho piu’ una residenza in Italia. Quindi solo il passaporto e guai se lo perdi (nel 2005 UN MESE per il rinnovo, “sa lei e’ ancora iscritto all’AIRE di Francoforte e hanno 30 giorni per rispondere, di regola se li prendono tutti…“, mi disse la signora allo sportello con l’indifferenza di chi pensa “e che, stai a vedere che adesso tocca pure darsi da fare, dove andremo a finire…..”). Qualche giorno fa la sorpresa. Mia sorella, che essendo residente a Parigi non avrebbe dovuto avere la carta d’identita’, mi dice che la vuole rinnovare. Io subito bello pedante: “non si puo’, non hai una residenza in Italia, me lo hanno detto al consolato” & Co, & Co. … Ma mia sorella prova uguale, va in circoscrizione con tre foto e torna mezz’ora dopo con una carta d’identita’ nuova di pacca…. gioia mista a stupore, ma cosa mi raccontano quei ~@#$£€ del consolato, allora certo pure io…… detto fatto, tre foto, si compila un documento, si aspetta una mezz’ora, si mettono un paio di firmette e te ne vai con la nuova carta d’identita’ anche se...

Read More

volare volare volare

Con gli aeroporti a Londra non si scherza. E non mi riferisco solo agli sfiancanti controlli antiterroristici, ma anche ai numeri. Come ogni megalopoli che si rispetti Londra di aeroporti ne ha ben 5, di cui il principale, Heathrow, e’ il terzo piu’ trafficato al mondo per numero di passaggeri e conta 4 terminal e un quinto in costruzione. Muoversi tra i terminal non e’ proprio una passeggiata, in particolare dall’1 al 4 vanno messi in conto 10 minuti di trenino plus altri 10 di cammino a spasso spedito. Potete quindi immaginare la mia gioia quando, mercoledi scorso, vengo rimbalzata tra i 2 suddetti terminali dagli inservienti British Airways che non riescono a mettersi d’accordo su da dove parte il mio volo. Mentro corro trafelata con valigia al seguito all’ennesimo desk capisco come mai sia richiesto di arrivare in aereoporto almeno 3 ore prima di un volo internazionale e 5 per un intercontinentale. Ma tutto mi aspetto fuorche’ essere bacchettata con fare supponente dalla signorina British Airways di turno. “Perche’ e’ in ritardo?” no, non ho capito la domanda. Devo essere proprio stanca. “Pardon??” “Le ho chiesto perche’ e’ in ritardo. Lo sa che ci si deve presentare almeno 3 ore prima del volo per effettuare il check in” “Sorry, ma un suo collega mi ha indicato il terminal sbagliato” Abbasso lo sguardo, non mi sentivo cosi colpevole dai...

Read More

il pub ovvero l’estensione del soggiorno di casa

Le public houses o semplicemente pub non sono solo un’istituzione (come la monarchia, le scommesse etc. ma questo l’ho gia’ detto) ma il fulcro e crocevia della vita sociale sull’isola…un posto dove passare pomeriggi e serate con famiglia, amici, colleghi etc. Gli inglesi amano ed osservano le tradizioni e sembra proprio che la pinta in mano l’abbiano da parecchio tempo: gli isolani bevono “ale” dall’eta’ del bronzo. Solo con l’arrivo dei Romani, ovvero dei tempi moderni e di una rete stradale degna di questo nome, sono comparse le prime locande (inns) dove l’avventuroso viandate poteva ristorarsi. Per l’epoca del ritiro dei Romani, il pub nel senso moderno del termine era ormai entrato in voga e avrebbe mantenuto il suo successo intatto fino ai giorni nostri…. anche se il loro numero sta diminuendo. Se il pub nell’immaginario collettivo ha un aspetto un po’ buio, fumoso ed e’ tappezzato dappertutto anche ai muri di moquette , anche questo lentamente molto lentamente sta cambiando….la nuova legge entrata in vigore il 1 luglio 2007 proibisce il fumo nei bar…. in precedenza, negli anni ’90, la ridecorazione dei pub con pavimenti in legno e la ritinteggiatura in colori chiari degli interni uniti a menu’ piu’ attraenti e sofisticati ha visto la nascita dei gastropubs…Anche se qui forse non li hanno mai definiti l’estensione del soggiorno di casa, e’ un fatto che uno entra in...

Read More

stasera…pizza giapponese!

Ai primi posti delle cucine preferite di Piero e Luisa c’e’ senza dubbio il Giappone. Tanto che i nostri hanno sostituito alla pizza l’okonomiyaki ovvero la versione giapponese della pizza. Tanto per intenderci…ricordate il cartone animato e poi telefilm Kiss me Licia (il mio primo grande amore e’ stato Mirko dei Bee Hive con grande preoccupazione dei miei genitori)? Nel locale di Marrabbio, papa’ di Licia, venivano fatti proprio gli okonomiyaki: piu’ frittatone che pizza non sono altro che un composto di foglia di cavolo, farina, uovo e ingredienti a vostra scelta (a Londra trovate anche la variante bacon and cheese). La cosa divertente e’ che vengono cucinate sul momento davanti a voi: il tavolo al quale venite fatti accomodare e’ dotato di piastra caldissima al centro, sulla quale il cuoco spiattellera’ la frittata che, ad avvenuta cottura, potrete guarnire con maionese, chilli sauce, brown sauce e altri ingredienti bizzarri e indefiniti. D’inverno resterete a crogiolarvi al calore della piastra per ore…d’estate sara’ un’esperienza meno gradevole. Ma, si sa’, quest’anno l’estate non e’ passata da Londra. Abeno 47 Museum Street WC1A 1LY Abeno Too 17-18 Great Newport Street WC2H...

Read More

Scaletta 11 Agosto 06

Ecco i brani che ho mandato in onda ieri, venerdi 11 Agosto 2006. Puntata piena di interviste (due ascoltatori, Davide e Longe, e due artisti: Anna, la cantante dei Dottor Livingstone -www.dottorlivinstone.com- e Noochie, il tastierista di Jovanotti, www.noochie.net). Tra breve la puntata sarà online e potrete riascoltarla. Intanto, buon weekend! 1. Jingle 2. VASCO ROSSI Buoni o cattivi 3. LIGABUE Le donne lo sanno 4. OMAR PEDRINI Shock 5. SIMONE Quando sei ragazzo 6. FARE SOLDI Oratorio Fast 7. SCUOLA FURANO Chocolate glazed 8. L’AURA Radiostar 9. AMARI La prima volta 10. FRANCESCO RENGA Meravigliosa (la luna) 11. LAURA PAUSINI Resta in ascolto 12. PINO DANIELE Che male c’è 13. ELISA Bitter words 14. POVIA Chi ha peccato 15. ZUCCHERO feat BRIAN MAY Il mare impetuoso 16. JOVANOTTI Falla girare 17. ORNELLA VANONI Tristezza per favore vai via 18. NICCOLO’ FABI Oriente 19. LA SINTESI L’impronta 20. DOTTOR LIVINGSTONE L’assenza 21. DOTTOR LIVINGSTONE Anna 22. DOTTOR LIVINGSTONE Mai più 23....

Read More

Remembrance Poppy

e sciarpe di lana, le vetrine rifulgono di precocissime decorazioni natalizie e qua e là spuntano papaveri rossi di carta. I poppies vengono appuntati sui baveri delle giacche, sulle cravatte, nei taschini delle camicie, su borsette e anche tra i capelli. E’ segno che si avvicina il Remembrance Day, l’equivalente anglo del nostro 4 novembre, una data che in Italia, almeno un tempo, era addirittura festa nazionale e ci si facevano i temi a scuola. In Gran Bretagna, la data che segna la fine del I° conflitto mondiale è l’11 novembre, perché fu in questa giorno, e precisamente nel 1918, alle 11, che fu dichiarato l’Armistizio. Due giorni prima, una certa Moina Michael, si trovava a New York per il congresso annuale delle segretarie di guerra. Moina, in segno di ricordo per i caduti, decise di utilizzare il suo compenso di $10 per comprare 25 papaveri di seta (l’unico fiore che cresceva sui campi devastati dal conflitto). Appuntò un papavero sul suo cappotto e distribuì quelli che restavano ai delegati del congresso. Due anni più tardi la National American Legion adottò il fiore come simbolo del Remembrance Day. Uno dei membri della legione era Madame E Guerin, la quale organizzò una vendita di poppies in grande scala per aiutare i bambini nelle zone devastate dal conflitto. Milioni di fiori di seta realizzati dalle vedove francesi furono venduti in America...

Read More

Scaletta 8 Sett. 06

Ecco i brani di venerdi scorso, l’8 settembre 2006. Commenti, richieste, pensieri bizzarri come sempre a questo mio indirizzo: gabriella@lifefm.org.uk. Tanti baci dall’Italia, ci risentiamo venerdi, come sempre in diretta su Life FM a mezzogiorno ora inglese, o in differita su www.gabryhella.podomatic.com 1. JINGLE – FEEL GOOD PRODUCTION The feel good vibe BARMARSH RMX 2. MORGAN The baby 3. VASCO ROSSI Rock’n’roll 4. MIURA Azzurro acrilico 5. PACIFICO SETTEMBRE Nancy 6. FRANCESCO RENGA Angelo 7. SUBSONICA Abitudine 8. AEROPLANITALIANI Sei felice? 9. TIROMANCINO Per me è importante 10. L’AURA Una favola 11. EGO Pretendo 12. ‘A67 Viento fujente 13. ZERO ASSOLUTO Sei parte di me 14. CARMEN CONSOLI Signor tentenna 15. DOTTOR LIVINGSTONE L’assenza 16. SEBA Domenica d’estate 17. NICCOLO’ FABI Oriente 18. IL NUCLEO Meccanismi 19. VELVET Il mondo è fuori 20. VITTORIO MERLO Thomas guarda la città 21. GIULIO CASALE feat ROBERTO CITRAN Sbarre sui denti 22. CHECCO ZALONE Siamo una squadra fortissimi 23. CAPAREZZA La mia parte intollerante 24. FINLEY Diventerai una star 25. CIRCO FANTASMA feat MANUEL AGNELLI Bad America 26. LIGABUE Happy...

Read More

L’arte appaga, ma non paga

L’Old Seager Distillery i trova in Deptford (SE8) ed è ciò che resta di una vecchia distilleria di gin, quando nella zona erano ancora attivi i cantieri navali e l’area pullulava di vita e di gente dedita alle attività più svariate. Al momento la Old Seager Distillery ospita due gallerie di arte contemporanea (Temporary Contemporary e The Mash Potato gallery ) + numerosi studi di artisti, musicisti, ecc. A fine settembre, l’Old Seager sarà sgomberata per fare posto ad uffici ed appartamenti, secondo il programma di planning and development voluto dal sindaco di Londra e approvato in via definitiva. Spero almeno che, essendo la distilleria stata schedata dalla Public Monument and Sculpture Association come edificio di interesse storico, non venga rasa al suolo, ma preservata in qualche modo. A pochi metri di distanza, proprio di fronte alla linea di metropolitana DLR, sono già sorti come funghi degli anonimi palazzi in vetro e cemento, dai discutibili coloretti pastello, definiti con coraggio dagli addetti ai lavori “a mix of inspired architecture and affordable designer living.”  In pratica c’è gente che vive la sua abitudinaria vita da professional nell’affordable luxury flat arredato ikea e sale e scende dalla DLR senza sapere cosa c’è/c’era nei dintorni. Con questi piani di development, e gli interessi monetari che ci girano intorno, si preferisce edificare enormi spazi privati, che come tali non avranno alcun beneficio sui...

Read More

Italiani: mafiosi, pizzaioli e Campioni del Mondo.

La città era nostra. Non sono riusciti a invaderla i tedeschi nella seconda guerra mondiale, e buttarono giù bombe come fosse stata pioggia, ci siamo riusciti noi Italiani la notte del 9 Luglio con cinque rigori usciti direttamente dal manuale del calcio (ci voleva così tanto a capire che un rigore a mezza altezza, leggermente angolato, è già un tiro quasi imparabile?) ed entrati a pieno diritto nella storia. Quanti italiani ci sono a Londra? Centomila, duecentomila? However, quando li ho visti tutti in centro, a Soho, a Piccadilly, in Piazza Trafalgar (sì Piazza, come se fosse italiana), penso che no, non me ne sarei mai aspettato così tanti. Neanche gli inglesi avrebbero potuto muovere la città in questo modo. Come succede per le manifestazioni per la pace, “un milione di persone per gli organizzatori, ventimila per la questura”, Domenica qualsiasi conta perdeva senso di fronte alla portata del momento; Londra era invasa da 57 milioni di italiani. Ci siamo presi una rivalsa da segnare per sempre tra le colonne della National Gallery. Gli italiani mafiosi, furbastri e pizzaioli da Domenica sono anche Campioni del Mondo. Pure ieri qualcuno ha avuto il coraggio di chiamarci “cheaters”, perché Materazzi, prima di ricevere la testata, ha provocato Zidane. “E comunque” mi dicono “qui in Inghilterra uno sputo (come quello di Totti a Poulsen, che nessuno ha mai cercato di giustificare) è...

Read More