La mia brevissima parentesi natalizia in quel di Roma è ormai un lontano ricordo. Il cielo terso, il clima mite, i tramonti tardivi, i presepi, le cupole barocche, i ravioli e il pan giallo hanno rappresentato sapori e colori unici, così impensabili ora, che mi sembra di aver sognato.
Qui in terra angla piove, tira vento e il buio scende implacabile già alle 4 del pomeriggio. L’appetito è spento e si torna al lavoro, con tante facce gentili e sorridenti, che non possono capire. Per fortuna, la piccola comunità di SE4 è un approdo sicuro per i malesseri dell’emigrante, basta poco per ritrovare il proprio baricentro esistenziale…
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