Negli ultimi anni sono nate diverse web radio su iniziativa di alcuni italiani a Londra. Bar Italia e’ un programma che va in onda tutti i mercoledì pomeriggio dalle 4 alle 5 ora inglese direttamente sul sito di Shoreditch Radio ed e’ ideato e presentato da Francesco Fusaro, blogger di Huffington Post e giornalista musicale per Rockit, Amadeus, il Corriere Musicale e DJ Magazine.
Francesco, in due parole, cos’è Bar Italia?
Bar Italia è il programma di Shoreditch Radio dedicato alla musica italiana. Il nome è un omaggio al famoso locale di Soho, nonché un riferimento alle centinaia di “Bar Italia” sparsi per lo Stivale.
Che musica sentirà l’ascoltatore nelle trasmissioni di Bar Italia?
Dall’elettronica al rap, dall’indie al jazz: tutto ciò che credo possa aiutare a smantellare gli stereotipi relativi alla musica che si produce ed ascolta nel nostro paese, e a ciò che di musicalmente italiano esportiamo all’estero. Senza disdegnare ciò che immediatamente può far dire agli inglesi “Italiano mamma mia”!
Negli ultimi anni la The Italian Job Events ha portato un numero sempre maggiore di artisti italiani a Londra, da Capossela a Vasco, da Ligabue agli artisti del mondo indie. Il suo fondatore, Attilio Perissinotti, dichiara che mentre all’inizio il pubblico era esclusivamente italiano, ora il 25-30% è inglese (o comunque non italiano). Pensi sia possibile appassionare il pubblico inglese alla musica italiana? Notoriamente questo ha funzionato solo con l’opera e casi speciali come Paolo Conte.
Il pubblico inglese ha un incredibile difficoltà a relazionarsi con musica cantata in qualsiasi lingua che non sia l’inglese. Sicuramente è più facile esportare musicisti con un repertorio strumentale, o musicisti con un repertorio specifico che costituisca di per sé un elemento di interesse: oltre all’opera che citavi tu, penso ad esempio alla musica del periodo Barocco con testi in italiano (un caso su tutti: Monteverdi). Ciò detto, credo che ci sia più di una nicchia di pubblico inglese disposta a farsi affascinare dalla musica italiana, secondo due spinte diverse: la capacità di adottare uno stile anglosassone in maniera personale (penso ai Subsonica) o di allontanarsi del tutto da riferimenti anglosassoni (penso ai nostri cantautori o alla musica che per comodità potremmo definire “folk”).
Shoreditch Radio è una community radio. Ci puoi dire qualcosa di più di questa formula molto usata a Londra?
Le community radio nascono come un modo per dare voce agli abitanti di un dato quartiere e sono solitamente finanziate dagli stessi speaker e dj. Quindi anche io ogni mese verso la mia quota per il mantenimento della struttura che ospita Bar Italia. A discapito di altre web radio che purtroppo puntano ad imitare i modelli delle grandi emittenti, le community radio offrono – nei casi migliori – contenuti realmente alternativi, sia per quanto riguarda la musica, che per quanto riguarda il parlato. Sono insomma una vera miniera di cose poco note, concedendo agli speaker una libertà che ricorda forse lo spirito di un’altra grande tradizione inglese, quella delle radio pirata.
Una ricerca del Radio Advertising Bureau dice che in USA è stata venduta pubblicità sulle webradio per oltre 1 miliardo di dollari, il che fa capire che il mondo delle webradio non è più così trascurabile come si pensava. Tu che futuro vedi?
Purtroppo io sono un inguaribile nostalgico e non ho potuto che salutare con una certa tristezza la notizia dell’ormai sempre più vicina conversione al digitale delle radio FM. Ciò detto, non posso che ribadire il mio entusiasmo per ciò che è possibile fare in termini di sperimentazione di contenuti proprio all’interno delle web radio. Fin tanto che, ovviamente, i direttori e responsabili programmazione delle suddette web radio rimangono con le mani libere. Di solito, ahimè, quando arrivano i soldi, arriva anche chi comincia a mettere il naso nelle scelte editoriali, con i soliti problemi di censura, o di appiattimento dei contenuti su ciò che può funzionare, fare ascolti, eccetera.
Che ne pensi delle scena musicale italiana oggi, tra talent, major e mondo indie?
Ecco la domandona! Devo ancora sentire un artista uscito dai talent show che mi convinca, mentre fra major e mondo indie ci sono diverse cose che oscillano fra il “carino” e il “molto interessante”: credo che gli ascoltatori di Bar Italia possano toccare con mano le mie idee in fatto di musica italiana ascoltandomi! Preferisco invece non entrare nel discorso relativo all’industria discografica perché non ho la preparazione sufficiente per offrire un’opinione significativa. Posso sol ribadire l’ovvio dicendoti che si potrebbe fare enormemente di più a livello nazionale per promuovere gli artisti emergenti (mi riferisco alle quote radiofoniche di cui ha parlato recentemente il presidente FIMI Enzo Mazza) e per creare una rete internazionale per la promozione di artisti italiani all’estero. Soprattutto in considerazione dei flussi migratori italiani che hanno contribuito nell’ultimo decennio all’ampliamento delle comunità di connazionali residenti all’estero, Londra in primis.
Per chi si è perso le scorse trasmissioni di Bar Italia dove può riascoltarle?
Tutto le puntate di Bar Italia sono archiviate su Mixcloud all’indirizzo mixcloud.com/baritalia. Ovviamente consiglio anche di seguire Bar Italia su Facebook (facebook.com/baritaliashow) e Twitter (twitter.com/baritaliashow).
Francesco recentemente ha anche aperto un’etichetta, la MFZ Records. Per chi volesse saerne di più, ecco la preview esclusiva del primo EP: https://www.dlso.it/site/2016/04/04/acid-youth-black-haze-ep/