Con il referendum 23 giugno 2016 il Regno Unito ha deciso di non far più parte dell’EU. Quali saranno le conseguenze per le centinaia di migliaia di italiani che vivono in UK e per coloro che hanno intenzione di trasferirvisi?
Nel breve termine, non ci saranno conseguenze, se non quelle sul proprio portafoglio legate alle fluttuazioni dei mercati. Nessuno però sarà forzato a tornare in Italia.
Inizia immediatamente però il percorso, che durerà almeno 2 anni, che porterà lo UK fuori dall’Unione Europea. A conclusione di questo percorso le regole per poter iniziare o continuare a lavorare in UK saranno inevitabilmente diverse. Con ogni probabilità, coloro che potranno dimostrare di aver risieduto per un numero sufficiente di anni nel Regno Unito e contribuito all’economia locale dimostrando di aver lavorato e pagato le tasse, tendenzialmente non avranno problemi a restare.
Coloro che invece desideranno trasferirsi in UK, troveranno sicuramente più difficoltà che in passato. Al contrario della situazione attuale, non esisterà più il diritto automatico di lavorare nel Regno Unito perchè membri dell’EU. Molto probabilmente verrà introdotto un sistema a punti, simile a quello australiano, che peraltro già esiste per gli immigrati non-EU.
La situazione è ancora più incerta per coloro che avranno risieduto e lavorato per un periodo ridotto di tempo in UK. Tutto dipenderà dai dettagli degli accordi che verranno stipulati.
E’ questo l’inizio di una fase di grande incertezza e capiremo meglio gli scenari possibili solo nei prossimi mesi. Quello che però possiamo già dire, almeno per quello che riguarda Londra, è che l’economia britannica non può fare a meno dei lavoratori non-british. Se per magia domani mattina non ci fossero più immigrati (EU e non-EU) a Londra, la città non sopravviverebbe. Il funzionamento di gran parte dei servizi (dai trasporti alla ristorazione) conta interamente su lavoratori non-british, così come molti dei lavori molto qualificati, come ad esempio i ricercatori scientifici e medici. Staremo a vedere.
Ciao. Se siete RESIDENTE in GB anche con passaporto Italiano POTETE firmare il petition per un’altro referendum. E’ molto importante per chi vuole che la UK rimane parte dell’CE firmare. E se’ arriviamo fino a 18,000,000? Non dovete essere un citadino per firmare. https://petition.parliament.uk/petitions/131215
nonostante le migliaia di persone che hanno firmato la petizione, in data 9 luglio il governo ha già risposto dicendo che purtroppo la procedura Brexit va avanti e non ci sarà un altro referendum!!
Ma se io non mi sento voluto dalla metà dei cittadini di questo paese, allora che senso ha rimanere?
Allora tornatene a casa. La meta’ dei cittadini di questo paese ha votato per uscire dalla EU ,non per cacciare gli stranieri.
gli immigrati sono benvenuti solo finche´producono e pagano le tasse. e´cosi ovunque
non vorrei instillare illusioni in molti di voi, ma la faccenda che il regno unito possa introdurre visti è veramente lontana come ipotesi per un motivo semplice: per farlo dovrebbero uscire dallo spazio economico europeo.
starsene fuori dall’ue non significa non aderire allo see: se pensate ci sono 3 paesi (islanda, lichtenstein e norvegia) che non fanno parte dell’ue ma aderiscono al mercato unico e consentono comunque la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali.
la norvegia però consente la libera circolazione dei cittadini ue, ma se questi intendono trasferircisi e lavorarci, devono farne dichiarazione alle autorità del paese e hanno tempo 6 mesi per trovare lavoro, altrimenti dovranno tornarsene a casa propria
la situazione più plausibile che potrebbe profilarsi per l’uk potrebbe essere una molto simile a quella norvegese, perché isolarsi completamente dall’uk comporterebbe tragici problemi economici, in primis grosse perdite, dal momento che economicamente vive grazie al mercato unico, che essa stessa poi ha apertamente fondato.
ci tengo inoltre a precisare che la brexit non è stata votata per motivi relativi all’immigrazione, quanto a ragioni circoscritte all’ambito politico-giuridico-economico (indipendenza legislativa, indipendenza su politiche economiche), e che la maggior parte dei cittadini britannici (il 70%), dice di non avere problemi con l’immigrazione.
e per concludere, faccio inoltre presente che gli immigrati su suolo britannico sono 2,34 milioni di cui l’84% provenienti da paesi extra ue. quindi, non sono i cittadini ue a costituire il problema se anche fosse.
Non so da dove prendi quella cifra di 2,34 milioni di immigrati e 84% non-EU. Fonte?
I riferimenti nei giornali e in televisione dicono che ci sono 3 milioni di cittadini Europei nel Regno Unito.
Gli immigrati non-Europei sono probabilmente di piu, anche se tanti hanno forse gia ottenuto la cittadinanza.
Il Primo Ministro ha gia chiarito che il voto del Referendum e` anche un voto per limitare l ímmigrazione.
La liberta di circolazione non sara` piu come adesso.
Detto questo, ha, a mio avviso, gia indicato un po cosa vuole fare.
Lei vuole rimanere nel Mercato Unico, ma fara` alcune restrizioni allínterno delle regole del Mercato Unico.
La mia intuizione e` che il governo compilera una lista di lavori che portanno essere dati solo a chi e`residente in questo paese da un certo periodo. La lunghezza di questo periodo e` piu` o meno arbitraria, ma credo che scegliera un anno, per evitare problemi legali.
La parola chiave e` residente, cioe`la restrizione si applichera anche ai cittadini Britannici che tornano dalléstero.
Il Mercato Unico non ammette discriminazione sulla base della nazionalita` ma permette la discriminazione basata sullo stato di residenza.
Probabilmente il RU rimarra` solo in parte nella Unione Doganale, per permettere di fare accordi con altri paesi piu` velocemente dell’Únione Europea in alcuni settori dell’economia.
In pratica, nel caso di economie molto piu`grandi, aspettera che la EU faccia un accordo e poi chiedera di avere lo stesso accordo (che sara piu favorevole perche EU e` una economia molto piu vasta della economia Britannica).
La Corte di Giustizia Europea sara sostituita da una corte di arbitraggio internazionale. Forse sempre basata in Lussemburgo e quasi identica alla CGE.
Quindi, in pratica, quasi niente cambiera`, eccetto per i requisiti di residenza e aumento della burocazia.
Come dice lei, “Brexit significa Brexit (cioe` uscita della GB)”… e niente altro. La stampa ha interpretato la sua frase come un indicazione che vuole separarsi completamente. Io credo che voglia dire che il voto dice solo che la GB deve uscire (e fare qualche controllo sulla immigrazione), ma non dice che deve essere un taglio netto. Lei voleva rimanere.
Quindi, Brexit sembrera in pratica come essere nell Unione, ma formalmente fuori.
I Brexiteers saranno scontenti. I Remainers/Remoaners anche. La destra estrema gridera` “tradimento!””
Lei e`il Primo Ministro e quindi decide. Ha gia detto che il parlamento non vota sull’ accordo finale, quindi a meno che la decisione non viene considerata illegale, andra` avanti con il suo piano.
Se ci fosse un altro referendum, la decisione sarebbe probabilmente di un taglio netto. La gente non si spaventa piu, visto che le previsioni di breve tempo non si sono completamente avverate.
Alcune parti del paese hanno visto un ondata di immigrati negli ultimi anni e le persone locali hanno visto i piccoli paesi dove sono nati cambiare radicalmente. I giovani si adattano di piu`, gli anziani no.
Immigrazione di massa non piace in nessun paese, per tanti motivi.
Il parlamento forse dovra` votare per invocare l’articolo 50, ma quello e` un fatto separato. May preparera una doman da di 3 parole (“Invochiamo L’Árticolo 50?”). Il parlamento quasi sicuramente dira “Si” (I parlamentari tengono piu` alla loro poltrona) e lárticolo 50 viene invocato in Marzo. 2 anni dopo, c’e` Brexit.
Vedremo.