Questa parte del blog nasce in omaggio ad un’amica di Luisa: una donna un perchè!
In buona sostanza un angolo dei trivia (unimportant or petty matters or details ;useless information) o meglio una risposta a tutte le domande che non vi porrete. Una spiegazione a espressioni o fatti dati talmente per scontati che ormai quasi più nessuno ne sa più l’origine o il perchè sono tali. Insomma qualcosa di essenzialmente futile e talmente inutile da risultare necessario.
Quante volte, non importa se a Londra o in qualsiasi parte del mondo, vi sarete imbattuti nell’espressione “business as usual” ? Beh se lo chiedete a google il risultato è solo, dico solo, 62,300,000 (sessantaduemilionitrecentomila) citazioni ( i Beatles si fermano a 48milioni). In fondo a Londra, City o non City, il bisnis è importante: sognarepensarecrearerealizzare non è importante quanto fare bisnis. Tutto fa bisnis: si parla (starparla?) e scrive di bisnis una cifra (a figure?a lot) quello che avanza per il calcio, il resto non so.
Bene in altri tempi fa la vita era vieppiù difficile (non che sia facile oggi beninteso) c’era una guerra e Londra veniva bombardata. La mattina seguente ad uno dei bombardamenti la Regina, si questa Regina, si recò di persona nelle zone di Londra più colpite. Vicino ad un’area colma di macerie c’era la bottega di un barbiere di origini italiane che aveva messo il cartello “business as usual” : una foto ritraente anche il nostro connazionale fece il giro dei giornali (forse anche cinegiornali?) dell’epoca (mi piace dire dell’epoca) e l’espressione, voilà, di lì in poi avrebbe fatto il giro del mondo.
Diavolo di un barbiere, anche se il tuo nome non lo ricordo, mi piacerebbe venire a farmi i capelli da te per poter ascoltare la tua storia: troppo tardi (resterò capellone a vita) per un “torno subito”. In fondo come dicono finchè ci sarà una storia da raccontare, ci sarà qualcuno (anche in questo mondo sordo) ad ascoltare.