Un altro fine anno e’ arrivato e io sento il cinismo salire, come una lenta ma inarrestabile marea……anche quest’anno, occorre stare attenti ad evitare tutte le retrospettive delle quali veniamo bombardati in tivvu’ e sui giornali…..ma a che serviranno, poi? Cosa e’ successo quest’anno me lo ricordo, no? Ha lo stesso sapore sciapo dei primi video che vedevi subito dopo averli girati con la telecamera, uh guarda il progresso, ecco gia’ pronto il video, ci sono tutti quelli che stanno ancora in questa stanza, ma allora a che serve guardare il video, guardiamoci senza video, no…..
In questi giorni ho sempre l’impressione che la tivvu’ pensi che legioni di malati terminali, restati in coma per tutto l’anno, ne escano puntualmente quando c’e’ il tacchino in tavola, e allora tutti a dirgli “cosa e’ successo nel 2007”. Piu’ probabilmente, siccome gran parte del tempo la tivvu’ manda in onda un niente colorato, la fine d’anno si presta particolarmente per riempire questo niente di rutilanti colori fino al prossimo stacchetto pubblicitario. E’ come fare un “weather show” di venti minuti invece di dirmi alla svelta se domani fara’ bello o piovera’. Ooopps, dimenticavo, qualcuno ci ha gia’ pensato.
La marea monta, e io lo devo dire: io il capodanno non l’ho mai capito.
Il primo gennaio, per me, e’ sempre stato il giorno successivo al 31 dicembre. Non ho mai pensato che a mezzanotte succedesse qualcosa di speciale e quando sto con gli amici e ci auguriamo “buon anno” alle volte mi sento un po’ cretino; ma e’un problema mio, di questo cinismo che non mi vuole abbandonare perche’ in fondo mi piace, e sento che sale…..
Per me capodanno e’ quando succede qualcosa di speciale, quando c’e’ una svolta magari imprevista nella tua vita, qualcosa che poi ti ricordi come un nuovo inizio, non un prevedibilissimo cambio di pagina nel calendario (pppsss….io ce l’ho ancora, il calendario: old economy, di carta, con uno spazio per ogni giorno: mi serve per non dimenticare le cose e per sapere che giorno della settimana sara’ il 23 p.v., cosa che lui da bravo fa piu’ rapidamente del blackberry e senza accecarti). Infatti mi ricordo (e mi prendono in giro per questo) le date piu’ lontane e piu’ improbabili, perche’ per me significano qualcosa ma onestamente non ho un gran ricordo dei capodanni, sicuramente non piu’ di quanto mi ricordi le altre serate passate con amici. Quando mi ricordo il capodanno e’ perche’ e’ stato speciale, non perche’ era capodanno.
Dove non vedo una fine (del lavoro che faccio, della vita che conduco, delle persone che frequento) mi e’ difficile vedere un inizio. Ecco: se ci fosse a ogni inizio anno un grande rimescolamento di carte con assegnazione di nuovi lavori, amici, case, amori, progetti e speranze allora si’, che augurerei di cuore a tutti – e anche a me -: “Buon Anno”!
Probabilmente, mi dico mente la marea e’ alle ginocchia, alcuni hanno bisogno di darsi delle speranze, di una nuova spinta, di un momento nel quale si dice che da qui si riazzera il contatore, si rimettono le bocce sul biliardo e si ricomincia da capo una nuova partita.
Bello, per carita’. Ma onestamente, non puoi fermare il gioco il 31 dicembre e il contatore non si azzera mai, non certo perche’ tu desideri che lo faccia…….. e mentre ormai la marea mi lambisce il petto non posso evitare di chiedermi da dove venga, questo entusiasmo per il capodanno. Gia’….. chi sono tutti questi rumorosi supporters, chi sono coloro che hanno deciso che e’ una notta cosi’ importante da rischiare un dito, una mano, un occhio, una vita? Cosa e’ la molla che spinge cosi’ tanti a dare di matto solo perche’ a un tramonto seguira’, evento non certo infrequente, l’alba di un nuovo giorno?
Se sei contento della vita che gia’ hai, mi dico mentre il liquame e’ al livello delle labbra, non farai il matto a capodanno sperando che il nuovo anno ti porti chissa’ che cosa; probabilmente ci tieni anche alla mano, e all’occhio!
Forse per te ogni giorno e’, se proprio vuoi vederla cosi’, un nuovo inizio. Forse sai che quello che fa i nuovi inizi sei tu, non il calendario. E chi non e’ contento della vita che ha, ti chiedi ormai costretto a stare sulle punte per tener libero il naso, perche’ per capirlo e fare qualcosa ha atteso proprio questa data?
E questa, mentre ormai la marea lambisce le narici, e’ un’altra cosa che non ho mai capito, i “propositi per il nuovo anno”; se mangi troppo e aspetti Capodanno per decidere che vuoi dimagrire, probabilmente resterai grasso, probabilmente e’ la ragione per la quale lo sei diventato. I buoni propositi dell’anno nuovo durano quanto l’idea che ci sia qualcosa di
nuovo in un anno nuovo e sono figli della stessa illusione.
Ormai la marea mi soffoca, l’acqua mi entra nel naso, non posso piu’ stare alzato sulle punte…………………………………..
Mi lascio andare, mi lascio andare e galleggio, abbandonato…….. nuoto felice in un mare di cinismo. Massi’, cosa ti importa di cosa penseranno i tuoi lettori, ammesso che ce ne
siano altri oltre te…….. Il capodanno, penso tra i flutti ormai iimpetuosi, e’ una droga che i deboli si iniettano per credere, un giorno solo, che diventeranno forti, che gli infelici si sparano per via endovenosa per sperare, un giorno solo, che per magia il nuovo anno li fara’ felici.
Ma e’ una truffa autoinflitta. Cambiamo, noi e le nostre circostanze, perche’ noi vogliamo cambiare, perche’ abbiamo deciso di cambiare, ogni giorno.
Non esiste il momento magico, non esistono spartiacque celesti, giorni particolari o speciali. Esisti tu e la tua vita. Prendila in mano, adesso e sempre, e non aspettare cambiamenti o nuovi inizi da altro che da te; non aspettare la felicita’ da altro che da cio ‘che tu saprai fare e creare per essere felice; non credere mai, MAI, che qualcosa al di fuori di te abbia un ruolo qualunque nella tua vicenda umana.
Per cui non ti auguro un buon capodanno, ma un buon giorno: per tutti i giorni dell’anno, che tu vorrai creare.