Una settimana fa, a quest’ora, giravo per il Red Light District di Amsterdam. Alle ragazze più belle dicevo “I love you”, alla inglese, con la lingua in mezzo ai denti. Loro non coglievano il romanticismo e tiravano fuori solo la lingua. L’ultima cosa che sentivo era il battere dei loro anelli sulla vetrina. Ogni tre “I love you” qualche spacciatore mi ha chiesto se volevo cocaina. O crack. O, semplicemente, soldi.
Amsterdam qui, Amsterdam lì…per dieci anni mi hanno fatto una testa così con questa città. Prima i compagni di liceo strafattoni, poi amici puttanieri, poi colleghi universitari libertari.
“Devi troppo andare ad Amsterdam, e`troppo fffuori!”
Vediamola dunque…
Amsterdam, nella sua parte più viva, non è che un mix di eccessi mal riuscito. Il centro vuole essere trasgressivo, ma la cosa più trasgressiva che ricordi e’ l’accostamento sesso, gioco d’azzardo e kebab di tre insegne poste a nemmeno dieci metri di distanza. Puoi essere credibile come festival dell’eccesso? No. Puoi essere credibile come sagra? Forse un pò di più.
Il fatto è che la trasgressione richiede stile. Prendiamo Soho, un teatro che presenta Mary Poppins a pochi metri dal locale GAY. Bambini e borchiati che si mischiano la sera, insieme a impiegati in giacca nel pub di fronte. Questo si chiama stile.
Amsterdam sta al sesso e alla droga come Sanremo sta alla musica leggera italiana o come Napoli alla pizza. Camminare per il Red Light District non mi e`sembrato per nulla diverso dal camminare per Gesico, centro Sardegna, durante “La Sagra della Lumaca”. Li` c’erano tanti stands con lumache in ogni salsa, ad Amsterdam erano ragazze filippine, nere, olandesi etc.etc. Il prodotto offerto non poteva essere piu`diverso. L’idea di sagra paesana era identica.
Due resolutions per il 2008:
– visitare almeno cinque capitali europee.
– scrivere di piu`nel blog.
Sono partito bene.