Nella ultima settimana sono successe un po’ di cose. Andiamo con ordine.
La prima, il matrimonio di Kate e William. Evento di costume, seguito da più di due miliardi di persone in giro per il mondo. Non dirò molto su questo perchè il mio interesse per l’argomento è minimo, anche se non posso negarne l’importanza sociale per il popolo inglese. Al massimo si può riflettere se abbia senso nel 2011 avere ancora una monarchia, ma forse non siamo noi italiani i più idonei a porre questa domanda vista la dittatura travestita da democrazia che ci ritroviamo in Italia al momento.
La seconda cosa che è successa negli ultimi giorni è la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. Non conosco con precisione i parametri secondo i quali una persona può diventare beato e non sono in grado di commentare se e in che modo Papa W li ha soddisfatti. Riconosco gli sforzi ecumenici fatti dal Papa e devo riconoscere che aveva un carisma che manca senz’altro al papa attuale. Mi chiedo però se si può fare beato (e poi santo) una persona che con le sue scelte, come quella di continuare a schierarsi contro il preservativo, ha continuato a permettere che milioni di persone in Africa morissero di AIDS. E che ha chiuso tutti e due gli occhi davanti agli scandali della chiesa, come quello dell’IRI.
La terza cosa che è successa è stata l’uccisione di Osama Bin Laden e in particolare le parole che Obama ha scelto di usare. Tralasciando per il momento le domande sulla dinamica dell’uccisione (perchè sparargli in testa? Perchè non cercare di catturarlo? Che diritto hanno gli americani di buttarne il cadavere in mare?). Ma quello che davvero non capisco è come un premio Nobel per la pace possa dire “Abbiamo ucciso Osama. Ora giustizia è fatta”. Stimo moltissimo Obama e la sua vittoriosa battaglia per l’assistenza sanitaria pubblica vale un Nobel. Ma forse è arrivata l’ora di riprendersi il premio, non lo si può dare a uno che crede che la giustizia si faccia con la vendetta invece che con i processi nelle aule dei tribunali.