Cheers, Regent Street, ore 22.30.
Pirlo passa, Grosso segna, è il delirio nel locale affollato di italiani. Abbracci con non-so-chi, abbracci con chi-so-chi. Neanche il tempo di ricomporsi, Materazzi sventa il disperato attacco della Germania, Gilardino libera Del Piero, pallonetto all’incrocio, è il superdelirio. Abbracci con altri non-so-chi, le telefonate dei colleghi che avevano promesso “I’ll support Italy”, un filo di voce mi fa rispondere. Fanno bene a tifare Italia. Una nazionale così forte e determinata non si era vista neanche con Schillaci nel ’90, neanche con Baggio nel ’94, un’Italia dove il mingherlino Grosso segna un supergoal e anche Lippi, alla fine, risulta simpatico. Quest’Italia ha fatto fare la pace tra gli italiani e il calcio, questa Italia ci ha fatto fare una bella figura. Prima era la gomitata di De Rossi, poi il rigore su Totti, dopo questi Mondiali il verbo to dive l’ho impresso nella memoria. Avevo sempre pensato che tuffarsi si traducesse to splash. Ho finalmente completato il trinomio dei luoghi comuni sugli italiani: buona cucina, mafia, gioco sleale. Ora diranno, lo devono dire, quanto è stata meritata questa vittoria.
Domenica tutti di nuovo al Cheers, magari senza questo caldo da sudare e boccheggiare, magari per ritrovarci tutti a Trafalgar Square, come se fosse Piazza del Duomo o il Colosseo.
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