Dato che avevo la giornata libera, ne ho approfittato per vedere un’amica a pranzo. Bighellonare mentre il resto del mondo lavora è un’arma a doppio taglio: a volte mi assale una specie di depressione e mi sento inutilmente stanca, come un nuotatore impazzito che si sbraccia annaspando nella direzione opposta a quella di gara; altre volte assaporo la condizione privilegiata di non dover fare file, di non incrociare migliaia di sventurati pendolari sul mio cammino e di trovare sempre un posto libero, sia sul bus, che al ristorante o al cinema.
Per l’incontro conviviale sono rimasta in zona e la scelta è caduta su un locale pseudo-francese di qualità accettabile. Poi, la mia amica, pressata dagli impegni, mi ha salutato in fretta e furia non appena terminato di pranzare e io ho deciso di restare a Greenwich a fare un pò la turista pelandrona. Dato che c’era un mercatino in via di sbaraccamento dietro la chiesa di St. Alfege, sono andata a curiosare tra i banchi semispogli e mi sono soffermata su quello di una tipa che nell’aspetto tradiva lontani trascorsi da figlia dei fiori. Tra una chiacchiera e l’altra, ho comprato un libricino di massime, pensieri e citazioni di personaggi celebri stampato a Londra nel 1905, una cartolina italiana -stessa epoca – del celebre Golfo con Vesuvio e pino marittimo, e una collana in vetro, effetto ametista (tutto per £4). Avevo in mente di andare al cinema, ma siccome era ancora presto, ho pensato di fare un salto allo Spread Eagle Bookshop, una libreria antiquaria di fascino ed interesse, specializzata in arte, storia e cinema, nei cui meandri ogni tanto mi piace perdermi.
Purtroppo, quando sono giunta sul luogo, ho trovato la bottega sprangata e il solito cartello di redevelopment e affittasi locali.
Insomma, un’altra fetta di quartiere spazzata via, l’ennesimo locale storico sacrificato per farne appartamenti di lusso.
Eppure…c’era da aspettarselo!
Lo Spread Eagle, all’angolo di Stockwell e Nevada Street, non era solo una libreria, ma un insieme di vari esercizi, tra cui anche una galleria d’arte, un negozio di antiquariato e un noto ristorante (attualmente chiuso per ristrutturazione), messi insieme dall’antiquario Dick Moy.
Moy, chiamato amichevolmente “Mr. Greenwich”, aveva anche scritto un libro sulla storia della Eagle Tavern, l’antico coaching inn di cui era divenuto proprietario nel 1964 e nel quale, dalla fine degli anni ’50, aveva insediato otto attività diverse.
Purtroppo la sua scomparsa, due anni fa, a causa di una lunga malattia, non solo ha segnato la chiusura della galleria antiquaria, ma ha inesorabilmente reso possibile lo sfratto delle restanti attività commerciali.
Sembra che il Bookshop sia stato trasferito alla meno peggio in Greenwich South Street, ma non ho avuto modo di controllare perché era ora di infilarmi nel cinema, dove ho visto il nuovo film di Stephen Frears, The Queen .
So che è uscito anche nelle sale italiane, e anche se penso che il doppiaggio lo priverà un pò di carattere, ve lo consiglio vivamente. L’attrice Helen Mirren è mostruosamente brava e meriterebbe l’Oscar per come ha saputo recitare nel ruolo per niente semplice della vecchia regina, una donna il cui senso del dovere prevale su tutto, fino a renderla fredda e distante agli occhi dei suoi sudditi.
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