E così, sono tornata a Londra. Scendo dall’aereo e penso di aver sbagliato aereoporto. Quando lo sportello si apre, mi investe un’aria calda, quasi tropicale. Lo prendo come un segno di buon auspicio e non ci penso più. Passeggio per le strade e mi sembra di non essere mai partita. Sono felice di essere tornata, anche se guardando l’incredibile partita dell’Italia contro la Germania, ieri sera, provo già una fitta di nostalgia. È una gioia strana, forte, che prende lo stomaco e mi riporta all’undici giugno, quando il Torino, soffocando il Mantova, si è guadagnato un posto in serie A. Che partita!
Mancano due giorni al primo anniversario delle bombe nella metropolitana, quel 7 luglio 2005 che ha sconvolto la metropoli, causando 56 morti. Ero arrivata la sera prima e stavo andando verso King’s Cross quando, all’improvviso, un’orgia di ambulanze, macchine della polizia, camionette dei pompieri ha cominciato a sfrecciarmi davanti. Eppure la gente è rimasta tutto sommato tranquilla, anche se le notizie scarseggiavano (ho capito che si trattava di un attentato soltanto quando un amico dall’Italia, attaccato al terminale delle agenzie stampa, mi ha mandato un sms). Una massa disciplinata camminava lentamente sotto la pioggia, senza dire una parola. Londra, in fondo, un po’ se lo aspettava, prima o poi, e ha saputo reagire nel migliore dei modi. Nei giorni seguenti la metropolitana ha ripreso a funzionare. I vagoni, in realtà, erano spesso semivuoti e i passeggeri si scambiavano occhiate e complici sorrisi. Che Londra abbia superato questo choc lo capisci salendo oggi in metrò. Tutti guardano in basso o leggono il quotidiano. Proprio l’altro giorno, scriveva il Guardian, gli inglesi sono tornati ad essere “consolantemente scortesi”. Mi piace questa espressione, rende l’idea. Già, perché a luglio dell’anno passato capitava spesso di scambiare due chiacchiere col compagno di vagone, forse per allentare quella tensione che accompagnava constantemente il viaggio. Oggi, invece, se provi a rivolgere la parola a qualcuno, se sei donna ti prendono per pazza, se sei uomo, rischi una denuncia per molestia. Ieri, per esempio, stavo attraversando la city sulla Jubilee Line e leggevo, come sempre, vari quotidiani. Tra le notizie, legate proprio alla partita dell’Italia, spicca una breve che qui di seguito cito: “Il Papa seguirà la partita dal suo ufficio, naturalmente tiferà per la Germania in compagnia delle sue quattro suore più fedeli”. Non so perché, ma l’ho trovato particolarmente divertente e mi sono messa a ridere. Si, non solo mi si è disegnato un sorriso da ebete, ma è proprio uscita una risata fragorosa. Cosi, ho pensato di condividere questa storia con la mia giovane vicina di scompartimento. Ma lei non l’ha trovato affatto divertente. Ha abbozzato una semiluna e mi ha guardato con un’aria da compatimento. Pazienza. Amo Londra anche per questo, perché ognuno si fa i fatti suoi.
Venerdì, anniversario delle bombe a parte, riparte come ho già scritto, The Italian Job, il mio programma di musica italiana contemporanea su Life FM. Quest’anno si potrà ascoltare soltanto via web all’indirizzo www.lifefm.org.uk da mezzogiorno alle 14 o riascoltarlo come podcast in qualsiasi momento. Sto preparando il programma quindi qualsiasi consiglio o richiesta sarà più che bene accetta. Ci conto, eh? Per ora è tutto, a domani. PS: Allez les bleus, sarebbe proprio bella una finale contro i cugini francesi, giusto per – come dice Beppe il papà di questo sito – toglierci qualche sassolino dalla scarpa… say no more! Baciiii
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