Con l’apertura della rinnovata stazione St.Pancras il 6 Novembre ed il primo servizio dell’Eurostar, il 14 novembre, Parigi si e’ spostata 20 minuti piu’ vicino a Londra o almeno cosi pensa la stampa inglese. In realta’ la Ville Lumiere e’ sempre li, splendida e affascinante e mentre i francesi battevano record su record di velocita’ col TGV finalmente la modernita’ arrivava in Inghilterra col primo collegamento ferroviario veramente ad alta velocita’. L’Eurostar andava ad alta velocita’ solo dopo aver varcato il tunnel della Manica. Prima di parlare dei tempi moderni mi soffermo sui bei tempi (?) andati . Il terminal internazionale di Waterloo non era sicuramente bello e sopratutto era angusto: lo scoprii prima dell’alba in un giorno di ottobre per il mio primo viaggio a Parigi. Erano solo 2 anni che il tunnel era stato aperto e solo un mese dopo venne chiuso. Fu proprio quella chiusura che fece scoprire come fosse gia’ diventato essenziale per il traffico passeggeri e merci da e per il continente: fu il caos per mesi con l’assalto a traghetti ed aerei, il continente era di nuovo isolato dall’Inghilterra! Molte volte sono tornato a Parigi in qualsiasi stagione ma sempre via cielo dall’Italia. Ritornato in Inghilterra il destino mi riporta a Parigi con l’Eurostar, questa volta era periodo di scontri e auto bruciate (ndr autunno 2005). Passi il tunnel, sfrecci verso Parigi e la magia della prima volta e’ ancora intatta: e’ sempre una sensazione speciale forse un po’ piu’ speciale quando vieni da qui. E di nuovo, nell’ultima piovosa estate inglese, il treno sbuca dal tunnel, accelera ed e’ la modernita’ dei vecchi tempi andati di locomotive a vapore che ti porta. Tornando a Waterloo station i nostri destini si sono reincontrati per mesi, tutti giorni quando andavo in ufficio vicino all’Oxo tower. Arrivato con la tube, per evitare la folla prendevo una piccola scala mobile che mi portava nella hall del terminal internazionale. Un occhio al pannello con gli orari dei treni, Paris, Brussels, Lille… , uno alla gente con bagagli , tutti e due chiusi: ogni mattina per una breve frazione di tempo immaginavo di andare a Parigi. Poi passavo oltre verso l’uscita. Venendo a St.Pancras e’ incredibile come ci sia stata la possibilita’ di perderla per sempre 40 anni fa, tanto da far dire a uno dei suoi piu’ strenui difensori , il poeta Sir John Betjeman, in un momento di sconforto:
“St Pancras is too beautiful and too romantic to survive”
fortunamente venne concesso il Grade List I. La stazione venne inaugurata nel 1868 e l’hotel apri’ i battenti sei anni dopo per diventare uffici nel 1935. Quest’anno e’ stata reinaugurata la stazione coi sui archi in ferro dipinti, su richiesta dello “station master”, color del cielo: quel colore che e’ conosciuto come English Heritage Barlow Blue . Anche l’hotel riaprira’, nel 2009.
Tutto e’ stato fatto per bene: in stazione c’e’ pure lo champagne bar piu’ lungo di Europa (per passare piacevolmente l’attesa della partenza).
Martedi ho un date: St.Pancras e Parigi mi attendono, e voi?
Come ha avuto modo di dire la Regina:
“Looking around me I am filled with hope that people of all backgrounds and ages, some of whom are not yet born, and most of whom we will never meet, will greatly benefit from the quality and the attention to detail which is at the heart of this significant undertaking; and will come to regard St. Pancras not just as a station but as a destination.”
Come non puo’ essere d’accordo anche chi, come me, vede come vera meta il viaggio e non la destinazione.