Sono un appassionato motociclista. Poiche’ mi piace interessarmi di queste cose, quando vivevo in Germania seguivo le statistiche della mortalita’ tra motociclisti. Il tasso di mortalita’ oscillava tra i 17 e i 19 morti l’anno ogni 100.000 motoclicisti attivi. Un rischio del genere e’ talmente basso che perfino le compagnie di assicurazione tendevano a trascurarlo, per esempio la mia assicurazione contro gli infortuni non prevedeva un sovrapprezzo per i motociclisti.
Insomma, al di la’ delle percezioni soggettive e’ evidente che essere motociclista in Germania non e’ statisticamente pericoloso. E’ naturalmente mortale per quei 17 o 19 l’ anno, ma da un punto di vista statistico, cioe’ collettivo, non e’ pericoloso. Per cui vado in moto senza preoccuparmi, essendo assurdo preoccuparmi dei 19 ogni 100.000 che muoiono ogni anno in moto piuttosto che, poniamo, dei 16.000 ogni 100.000 che si ammalano di cancro (qui ognuno puo’ inserire la sua satistica preferita: sei fumatore? Ciclista? Fai jogging? Paragliding? Ti piace il Fai-da-te?). Quando mi chiedevano se non fosse pericoloso andare in moto citavo le statistiche di mortalita’ e tutto si chiariva.
La metropolitana di Londra viene frequentata da circa 4 milioni di persone ogni giorno. Se i terroristi riuscissero a uccidere 700-800 persone l’anno, ogni anno, solo sulla metropolitana, il rischio statistico di essere uccisi da un terrorista nella metropolitana non sarebbe superiore al rischio statistico di essere un motociclista in Germania, che e’ un rischio talmente basso che nemmeno alle assicurazioni interessa veramente.
La televisione, la radio e i giornali amplificano a dismisura la dimensione soggettiva del pericolo. Se venisse trasmessa ogni mattina la lista di quelli cui e’ stato diagnosticato un tumore maligno il giorno precedente, la paranoia non conoscerebbe limiti.
Vivete felici, i terroristi non potranno mai cambiare il vostro modo di vivere se voi non volete.