Probabilmente una delle applicazioni che ha fatto parlare più di sé negli ultimi tempi, Uber propone un servizio innovativo quanto controverso, la cui filosofia di base è quella della shared economy.
Il principio fondamentale di questo recente genere di start-up è la condivisione occasionale di competenze e risorse materiali. Così, mentre Airbnb, capofila indiscussa della shared economy, consente di metter a disposizione un posto letto o un’intera abitazione ai turisti fai-da-te di tutto il mondo, Uber si propone di rivoluzionare il mondo del trasporto urbano.
Come funziona
Uber è una app mediante cui si possono prenotare autisti privati in ben 290 città del mondo. Per provare il servizio basta iscriversi sul sito internet e installare l’applicazione sul proprio smartphone. Per richiedere un’automobile con autista si ha bisogno esclusivamente di una connessione internet e di una carta di credito. Una volta effettuata la registrazione sul sito, basterà inserire le proprie credenziali di accesso sull’applicazione del cellulare, scegliere la tipologia di servizio e impostare il proprio tragitto.
Uber si propone di intercettare utenti con budget variabili, mediante cinque offerte diverse. Per esempio, scegliendo “UberX“, che è l’opzione più economica, il sistema manderà all’indirizzo richiesto un’utilitaria con massimo 4 posti. L’offerta più adatta a soddisfare le richieste degli utenti più esigenti è invece “LUX“, il servizio in cui viene garantita un’automobile di lusso. Altri servizi specifici come “XL“, “Taxi” e “EXEC” estendono ulteriormente le opzioni disponibili.
Attraverso l’applicazione si può anche controllare in tempo reale la posizione dell’auto prenotata. Il pagamento avviene rigorosamente previa carta di credito e sempre tramite la app. Ciascuna città ha una propria tariffa minima a cui va sommato il costo effettivo del tragitto. Quest’ultimo viene calcolato sulla base della lunghezza della corsa e del tempo impiegato.
A termine corsa, autisti e passeggeri possono assegnarsi un voto a vicenda (fino a 5 stelle) sul sito Uber così che quando si prenota un’auto si può controllare quali voti ha ricevuto finora l’autista che ti sta per venire a prendere, e, se hai utilizzato il servizio Uber in precedenza, l’autista può a sua volta controllare che tipo di passeggero sei.
Uber in UK
Uber offre i suoi servizi anche nelle principali città del Regno Unito: Londra, Birmingham, Leeds, Manchester, Bristol, Newcastle e Sheffield. Nella capitale inglese il servizio UberX prevede una tariffa base di £2.50 a cui si sommano £1.25 a miglio percorso e £0.15 al minuto, per una spesa minima di £5.
I servizi citati sono tutti professionistici, in quanto erogati da autisti con regolare patente e licenza.
“UberPop” invece consente a tutti di registrarsi come autisti, con la propria auto privata. Quasi chiunque può diventare un autista “UberPop”. Gli unici requisiti sono che il guidatore abbia conseguito la patente da almeno 3 anni, che abbia la fedina penale pulita, che non abbia avuto sospensioni della patente recenti e che sia proprietario di una macchina da almeno 4 posti, immatricolata da non più di 8 anni.
Tutti contro Uber
L’aggressivo abbattimento dei prezzi rispetto ai taxi tradizionali ha suscitato la reazione delle associazioni di categoria dei tassisti, dai quali si levano le principali voci di protesta contro Uber.
Agli autisti Uber viene infatti rimproverato di non avere alcuna licenza e di perpetrare una concorrenza sleale. Le sempre più vigorose proteste dei tassisti sono esplose in manifestazioni e scioperi, dapprima in Francia e Italia e recentemente anche in Inghilterra. Lo scorso settembre il traffico londinese è stato rallentato dalla protesta pacifica di centinaia di autisti dei tradizionali black cab, che vedono fortemente ridotta la loro competitività nel mercato della capitale e lamentano l’assenza di controlli sugli standards di sicurezza applicati dagli autisti Uber. E’ dello scorso giugno la vicenda riportata dal Guardian, noto quotidiano nazionale britannico, di un autista che è riuscito a registrarsi con Uber caricando sul sito un’assicurazione fasulla, accolta da Uber come valida. L’autista è stato poi sospeso, ma l’episodio è andato ad infuocare ulteriormente la polemica.
Più recentemente, in seguito alle pressioni degli autisti di blackcab e minicab, che accusano Uber di utilizzare illegalmente la propria applicazione come tassametro, il Transport for London (TfL), l’ente che regola i sistemi di trasporto in Londra, ha richiesto al tribunale di Londra un chiarimento a riguardo. Secondo la legislazione attuale infatti solo gli autisti di black cab possono utilizzare i tassametri per calcolare l’importo della corsa, potendo così aumentare potenzialmente la tariffa in caso di ritardi dovuti ad ingorghi nel traffico o a lavori in corso. Ad ottobre il tribunale di Londra ha però stabilito che l’applicazione Uber non viene utilizzata come tassametro, e quindi non è utilizzata illegalmente. Questa sentenza ha rafforzato ulteriormente la posizione di Uber nella capitale, ma il dibattito non è affatto sopito. Il sindaco di Londra, Boris Johnson, infatti ha in progetto l’inserimento di una serie di misure, al momento in fase di consultazione, per assicurare che le compagnie private di taxi operino legalmente. Queste misure includono l’introduzione obbligata di 5 minuti di attesa, che dovrebbero intercorrere tra la prenotazione dell’auto e la partenza di questa con il passeggero a bordo, e la proibizione di mostrare sull’app la posizione delle auto disponibili, cosa che andrebbe a colpire duramente i baluardi del servizio Uber. Uber ha ovviamente reagito negativamente alla possibile introduzione di tali misure. La polemica continua.
Si pero’ ai vantaggi elencati nel servizio offerto da Uber va pure aggiunto che gli autisti Uber sono un pericolo alla circolazione stradale e nei confronti degli utenti piu’ deboli come pedoni e ciclisti.
Generalizzare e’ senza dubbio sbagliato ma una buona percentuale degli autisti (su circa 85mila nell’area di Londra) non ha la piu’ pallida idea di come si guidi una vettura ne’ come raggiungere una destinazione senza commettere un’infrazione al codice della strada.
Francamente, e lo dico con cognizione di causa, sarebbe meglio se molti autisti non circolassero, almeno non prima di aver imparato a guidare l’auto in ambiente urbano.
nel resto d’europa esiste blablacar , che anche in italia funziona benissimo
https://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/mondo/2016-10-28/gb-autisti-uber-hanno-diritto-ferie-e-salario-sindacale-164702.shtml?uuid=ADELFMlB&refresh_ce=1