Ci troviamo alle 8 a Victoria Station. Più o meno tutti con la faccia pestata dal sonno, quattro-cinque ore di riposo a testa, tranne Stuart che era a ballare fino a venti minuti prima.
Alle sei e mezza, in simultanea con la sveglia, mi aveva chiamato Shuman:
“Gigi, ar u comin?”
“Yes Shuman, you called me yesterday as well. Have you forgotten?
“I foggot.”
Quando arrivo è ancora attaccato al cellulare, con un busta strappata su cui ha segnato tutte le presenze. Ha organizzato tutto lui, da un mese ogni volta che lo vedo il suo saluto è:
”Gigi, are u comin?”
In mezz’ora siamo un gruppo di trenta persone, dieci delle quali non ho mai visto la faccia in vita mia. C’è anche il fratello dell’angelo del negozio, a cui rivolgo veloci occhiate, giusto per vedere se questa soleggiata Domenica si possa trasformare nella sceneggiatura di “So cosa hai fatto 2”. Invece mi guarda come sempre, mi saluta come sempre, pronunciando come sempre il mio nome come se avesse un patata in bocca.
Partiamo alle nove, destinazione Whyteleafe, zona 6, Surrey.
Arriviamo alle dieci e dopo quindici minuti di salita arriviamo al Pointzone.
Subito troviamo la base: capanni di legna, fango, un falò nel mezzo, fango, bidoni con acqua potabile, fango. Tutto molto realistico e perfettamente riconvertibile in campeggio per boy-scout. Realistici eravamo anche noi come soldati, dopo che abbiamo indossato le tute mimetiche, la cintura porta caricatori e il casco protettivo.
Quello che sapevo del Paintballing:
-il Paintballing è una guerra simulata in cui si gioca con proiettili pieni di vernice.
-il Paintballing può fare male.
-il Paintballing si gioca a squadre.
Quello che NON sapevo del Paintballing:
-il Paintballing si gioca con fucili dotati di bombola CO2; come sollevare un piccolo bilanciere.
-il Paintballing si gioca con caschi non dotati di bombola O2; dopo dieci minuti nel campo di battaglia si hanno le visioni di Bin Laden che scappa in motocicletta.
-il Paintballing mi ha decimato il conto in banca.
Quello che pensavo di sapere del Paintballing ma che in realtà non sapevo:
-il primo Paintballing non è divertente.
Insomma, mi sono trovato inginocchiato per minuti dietro bidoni, ruote, gomme, fortini, sparando proiettili di vernice che seguivano gli stessi criteri balistici del fucile che dimostro: un colpo potente, un colpo moscio, un colpo a parabola, un colpo sbilenco. E mentre io cercavo la combinazione di due colpi che seguissero la stessa traiettoria ecco che nelle quattro battaglie combattute mi son ritrovato un proiettile spiaccicato sulla visiera, uno sulla guancia, uno sulla coscia e infine due sull’arma.
Non ho poi capito se qualcuno dei seicento proiettili da me sparati sia andato a centro. Duecento li ho sparati alla cieca, lasciando il pollice della mano destra come unica parte esposta del mio corpo. Quattrocento li ho sparati dove vedevo movimento ostile, ma veramente non ricordo nessun mio colpo esser seguito dalla mano alzata nemico in segno di resa. A questo punto non dovrebbe stupire: la mia squadra ha perso con duecento punti di scarto, non ha recuperato una fortezza una, né tantomento una bandiera.
Shuman mi ha chiamato dieci minuti fa; vuole le cinquanta foto che ho fatto della giornata e non solo. Sta già organizzando un altro Paintballing per fine Novembre:
“Are you comin’?”
“I don’t know about that.”
Infatti ho già scaricato i moduli per arruolarmi nella prossima guerra anti-terrorismo. Altro che Paintballing! Ammazzo Al Zarqawi col Super Liquidator 3128!
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