“You can like the life you’ re living,
you can live the life you like”
Nowadays, from Chicago The Musical
Londra e’ una citta’ che sembra non fermarsi mai, oltre al lavoro devi trovare il tempo per divertirti: la birra al pub all’uscita dall’ufficio e’ un classico esempio. Non a caso la central London e’ divisa in 3 poli: la finanza nella City, il governo a Westminster e il divertimento nel West End. E’ la citta’ stessa a dirtelo: c’e’ tempo anche per l’otium.
A volte lo eviti: ci sono troppi turisti, e’ troppo affollato, ma inevitabilmente ci finisci, e’ una tappa non tappa, il fantomatico West End. Oppure scegli di andarci, per vivere una delle esperienze tipiche di questa citta’: entrare in un teatro e goderti un Musical. E’ quasi un must do, come essere a Roma e vedere il Colosseo: non puoi vivere nella Broadway europea e non essere mai entrato in uno di questi teatri dal sapore vagamente attempato, dove ogni sera una folla di spettatori assiste al ricrearsi della magia.
Cosi ti metti in coda ad una delle innumerevoli biglietterie che si affacciano su Leicester square, ti accaparri un biglietto a prezzo ridotto e gia’ sei felice per questo.
E finalmente sei seduto su una poltroncina rossa, nemmeno tanto comoda, nella sala piena di gente: il sipario si alza, i costumi brillano alle luci della ribalta e ti ritrovi a ascoltare l’orchestra che suona dal vivo, canticchiare le melodie, ridere delle gag piu’ stupide e commuoverti per l’immancabile risvolto drammatico/sentimentale, precipitato in storie che parlano di amori, assassini, tradimenti, solitudine, rivincita, vita e palcoscenico. Sara’ un genere popolare, prettamente anglossassone, non complesso da un punto di vista estetico-linguistico. Ma all’uscita ti senti ancora trascinato in quelle melodie, hai voglia di improvvisare qualche passo e di aspettare i performers alla stage doors.
“Come on babe
Why don’t we paint the town?
And all that Jazz“